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Letterature, Storiografie, Semiotiche

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numero 57, giugno 2024

Maria Morini

La teratologia animale tra mito e scienza: dalla monstrorum historia di Ulisse Aldrovandi agli studi moderni, attraverso due secoli di storia

Fin da tempi molto antichi racconti mitologici e leggende comprendevano ampie descrizioni ed accurate raffigurazioni visive di mostri e mostruosità animali, alla cui genesi venivano comunemente associate cause metafisiche o simboliche, quali rappresentazioni di manifestazioni demoniache o incarnazioni divine. Sull’origine delle ‘difformità’- altrimenti definite ‘mostruosità – umane ed animali è solamente intorno al XVI secolo […]

La teratologia animale tra mito e scienza: dalla monstrorum historia di Ulisse Aldrovandi agli studi moderni, attraverso due secoli di storia

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numero 57, giugno 2024

Giulia Guazzaloca

La lunga strada della giustizia per gli animali. Uno sguardo storico alla legislazione protezionista in Italia

1. Due piccole premesse Una delle sfide più delicate e controverse che scaturiscono dalla nostra relazione con gli animali riguarda l’esercizio della giustizia, ovvero le modalità, gli strumenti e i limiti dei nostri interventi per garantire il rispetto delle loro vite, impedendo (o riducendo) abusi e maltrattamenti. Prima di sviluppare l’argomento nelle prossime pagine sono […]

The Long Road to Justice for Animals: A Historical Overview of Protectionist Legislation in Italy

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numero 57, giugno 2024

William Grandi

Draghi, fenici, cicale, formiche e altre meraviglie: gli animali fantastici nella letteratura per l’infanzia

1. Alcune indicazioni per iniziare Nel romanzo vittoriano per l’infanzia The Water-Babies dello scrittore inglese Charles Kingsley (1819-1875), edito per la prima volta a puntate tra il 1862 e il 1863, si trova la seguente riflessione: «Did not learned men, too, hold, till within the last twenty-five years, that a flying dragon was an impossible […]

Dragons, Phoenixes, Cicadas, Ants, and Other Wonders: Fantastic Animals in Children's Literature

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numero 57, giugno 2024

Beatrice Borghi

Strani animali in terra di Misr. Le testimonianze dei viaggiatori medievali tra realtà, esotismo e immaginazione

Perché raccontare il mondo animale Per una serie di circostanze nei primi decenni del XVI secolo Bologna fu teatro di eventi di enorme risonanza che coinvolsero personaggi e istituzioni sovranazionali e che interessarono più o meno direttamente non solo la gran parte dei paesi europei, ma anche i vasti quadranti delle terre d’Oltreoceano da poco […]

Strani animali in terra di Misr. Le testimonianze dei viaggiatori medievali tra realtà, esotismo e immaginazione

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numero 57, giugno 2024

Monica Longobardi

Toti Scialoja. «Poesie con animali»

Le «Poesie con animali» di Toti Scialoja nascono per divertire i nipoti del poeta, ma perdurano diventando «ilari esorcismi» contro le paure della vita. Gli studi su questa figura straordinaria, qui passati in rassegna, ne seguono la metamorfosi lungo tutta la sua produzione. Sulle tracce degli animali, si può così osservare l’evoluzione del nonsense, dalle poesie per l’infanzia sino «Nel territorio della non consolazione».

Toti Scialoja's «Poems with animals»

Toti Scialoja's «Poems with animals» were created to entertain the poet's grandchildren, but they persist, becoming «hilarious exorcisms» against the fears of life. The studies on this extraordinary figure, reviewed here, follow his metamorphosis throughout his production. On the trail of animals, we can thus observe the evolution of nonsense, from children's poems to "In the territory of non-consolation".

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numero 57, giugno 2024

Katarzyna Jopa

Le bestiaire dans l’œuvre de guerre de Krzysztof Kamil Baczyński (1921-1944) : entre réalité et fiction

La Seconde Guerre mondiale a fait naître de nombreuses œuvres littéraires, accordant une place importante au sort des individus et aux comportements qu’ils devaient adopter afin d’essayer de survivre à cette période sombre de l’Histoire. Face à la violence de la guerre, les frontières de l’humanité se voient repoussées. L’homme se retrouve confronté à sa propre bestialité ainsi qu’à celle des autres, comme le montre le poète et dessinateur polonais Krzysztof Kamil Baczyński (1921-1944), mort tragiquement et prématurément pendant la guerre, et dont nous proposons d’étudier l’œuvre lyrique et plastique sous l’angle de l’animalité. Sous la plume et le pinceau de Baczyński, la notion d’animalité ne renvoie pas seulement à l’humanité malmenée de l’homme face aux situations extrêmes qu’engendre la guerre. Baczyński a un rapport infiniment plus complexe avec les animaux. Cet article entend donc expliquer les différentes modalités de la présence animale au sein de son œuvre.

The Bestiary in the War Works of Krzysztof Kamil Baczyński (1921-1944): Between Reality and Fiction

The Second World War gave rise to numerous literary works, giving an important place to the fate of individuals and the behaviors they had to adopt in order to try to survive this dark period in History. Faced with the violence of war, the frontiers of humanity are pushed back. Man finds himself confronted with his own bestiality as well as that of others, as shown by the Polish poet and designer Krzysztof Kamil Baczyński (1921-1944), who died tragically and prematurely during the war, and whom we propose to study the lyrical and plastic work from the angle of animality. Under Baczyński's pen and brush, the notion of animality does not only refer to the mistreated humanity of man in the face of the extreme situations that war generates. Baczyński has an infinitely more complex relationship with animals. This article therefore intends to explain the different modalities of the animal presence within his work.

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numero 57, giugno 2024

Nadia Tebbini

La rappresentazione del regno animale nella favola mistica dei Fratelli della Purezza: tassonomia zoologica, gerarchie di potere ed allegorie teologico-culturali

Questo saggio intende focalizzarsi sulla rappresentazione delle figure animali nel Processo animale della dominazione umana davanti al re dei ǧinn dei Fratelli della Purezza (IX-X sec.). Partendo dalla tassonomia del regno animale nella favola, si illustrano i criteri in base ai quali gli animali vengono suddivisi in sette gruppi a seconda dell’elemento in cui vivono, del loro modo di spostarsi e della loro alimentazione, mettendo in evidenza il ruolo perturbatore/strutturante dell’uomo in questa classificazione biologica iniziale. Tali criteri vanno considerati alla luce delle conoscenze dell’epoca e dell’ideologia degli autori (Ismailiti Settimani). Si analizzano poi le rappresentazioni dei re di ogni comunità animale, cercando di interpretare la scelta di un bestiario in parte mitologico. Infine, si esamina la categoria eterogenea dei delegati animali inviati al processo, spaziando tra il dato naturalistico e la valenza simbolica.

The representation of the animal kingdom in the mystical fable of the Brethren of Purity: zoological taxonomy, power hierarchies, and theological-cultural allegories

This essay intends to focus on the representation of animal figures in the Animal Trial of human domination before the king of the ǧinn of the Brothers of Purity (9th-10th century). Starting from the taxonomy of the animal kingdom in the fable, we illustrate the criteria according to which animals are divided into seven groups depending on the element in which they live, their way of moving and their diet, highlighting the role disrupter/structurer of man in this initial biological classification. These criteria must be considered in light of the knowledge of the time and the ideology of the authors (Ismaili Settimani). We then analyze the representations of the kings of each animal community, trying to interpret the choice of a partly mythological bestiary. Finally, the heterogeneous category of animal delegates sent to the trial is examined, ranging between the naturalistic data and the symbolic value.

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numero 57, giugno 2024

Anne Demorieux

Le point de vue des sangliers dans le roman de Giordano Meacci “Il cinghiale che uccise Liberty Valence”

Come suggerito dal titolo – Il cinghiale che uccise Liberty Valance –, uno dei protagonisti del primo romanzo di Giordano Meacci è un cinghiale, di nome Apperbohr. Una notte, l’animale riceve miracolosamente la facoltà di comprendere il linguaggio umano. Così, osservando gli abitanti di Corsignano, un immaginario paese in provincia di Lucca, impara da loro la lingua e acquista coscienza di sé. Quest’articolo studia la rappresentazione dell’Umwelt di Apperbohr nel romanzo. In un primo tempo vengono evidenziate le scelte stilistiche di Meacci per creare un punto di vista cinghialese. In un secondo tempo si analizzano le trasformazioni indotte nel cinghiale dall’acquisizione della lingua umana e quindi di nuovi concetti, in particolare quello lineare del tempo.

The point of view of the wild boars in Giordano Meacci's novel "The Boar That Killed Liberty Valance"

As the title – Il cinghiale che uccise Liberty Valance –, suggests, one of the protagonists of Giordano Meacci's first novel is a wild boar called Apperbohr. One night the animal miraculously receives the ability of understanding human language. By observing the inhabitants of the imaginary village of Corsignano, in the province of Lucca, he learns this language and acquires self-awareness. The purpose of this article is to examine the representation of Apperbohr's umwelt in the novel. The first part highlights Meacci's stylistic choices to create a wild boar viewpoint. The second part analyses the consequences for Apperbohr of the acquisition of language, and therefore of new concepts such as linear time.

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numero 57, giugno 2024

Fatima Seddaoui

À propos de l’animal félin – “Le Chat”, film de Pierre Granier-Deferre

En 1971, Pierre Granier-Deferre adapte au cinéma le roman de Georges Simenon, paru en 1967. Un film à l’ambiance lourde, un huis clos dans lequel un couple de retraités, les Bouin, se déchirent. Dans la guerre froide qui les oppose, entre silences louches et joutes verbales mordantes, le point de rupture est atteint lorsqu’ils s’attaquent mutuellement aux animaux de compagnie. Julien soupçonne Clémence d’avoir empoisonné son chat. Dès lors s’installe une atmosphère pesante, teintée de suspicion, chacun observant l’autre comme s’il était coupable. Mais coupable de quoi ? Tuer l’animal ? De laisser leur amour conjugal se gâcher ? Le couple est les personnages principaux du film, ainsi que l’animal félin autour duquel se construit toute la tension. Le chat occupe une place à part dans le film, jouant le rôle d’un acteur autour duquel se développe toute l’animosité entre Julien et Clémence. Comment se situe-t-il par rapport aux personnages ? Quelle est sa place dans le récit cinématographique ? Nous examinerons ses fonctions et ses enjeux, d’abord par rapport au couple puis par rapport à l’intrigue.

About the feline animal - "Le Chat", film by Pierre Granier-Deferre

In 1971, Pierre Granier-Deferre adapted Georges Simenon's novel, published in 1967, for the screen. A film with a heavy atmosphere, a closed-door setting in which a retired couple, the Bouins, are torn apart. In the cold war between them, between shady silences and biting verbal jousts, the breaking point is reached when they attack each other's pets. Julien suspects Clémence of poisoning his cat. From then on, a heavy atmosphere builds up, tinged with suspicion, with each of them observing the other as if they were guilty. But guilty of what? Killing the animal? Of letting their married love go to waste ? The couple are the main characters in the film, as well as the feline animal around which all the tension is built. The cat occupies a special place in the film, acting as an actor around whom all the animosity between Julien and Clémence develops. How is it set in relation to the characters? What is his place in the filmic narrative? We'll look at its functions and issues, first in relation to the couple and then in relation to the plot.

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numero 57, giugno 2024

Mhammed Cherkaoui

Hommes-rapaces, corvides et carcasses: representations zoomorphes de l’angoisse humaine

Depuis l’art pariétal jusqu’aux installations contemporaines, en passant par les mémentos- mori de la peinture classique et moderne, l’angoisse humaine face aux affres de l’existence est un thème central de bon nombre d’œuvres mettant en scène la figure de la bête pour incarner cette violence inhérente à l’être, si bien qu’il serait fécond d’étudier l’expression artistique de la brutalité de la condition humaine et l’angoisse qui en découle à travers les représentations que subit l’image de l’animal. D’ailleurs, omniprésente dans la production artistique de tous les peuples et les civilisations, la figure de la bête est un miroir aux mille facettes reflétant, par anamorphose, la vérité aussi composite que contradictoire de l’être humain, car derrière l’animal, derrière son nom et son image, c’est bien de l’homme dont il s’agit: l’homme, bête sanguinaire qui n’hésite pas à massacrer ses semblables et à saccager le monde, l’homme, bête fragile prise dans les serres d’une existence inexorable où son sort ne diffère guère de celui d’une proie désarmée. C’est dans cette optique que le présent article tente d’interpréter certaines œuvres issues non seulement de pratiques et d’écoles artistiques différentes, mais aussi de périodes historiques, de cultures et de civilisations dissemblables. Des créations d’artistes provenant des quatre coins du monde, l’Afrique, l’Europe, l’Asie et l’Amérique latine, seront étudiées selon une approche interdisciplinaire et une démarche comparatiste fondée sur l’analyse du contexte socio-culturel et les enjeux esthétiques de ces compositions montrant, outre des hommes zoomorphes dotés de têtes d’oiseaux prédateurs, des rapaces, des corbeaux et des carcasses animales. Autrement dit, il y sera question de réfléchir sur pourquoi et comment certains artistes usent, dans leurs œuvres, de l’image de l’animal qu’il soit vivant, oiseau carnivore ou nécrophage, ou réduit à l’état de viande, pour portraiturer aussi bien cette cruauté meurtrière qui distingue l’être humain que l’angoisse de la mort intrinsèque à sa condition.

Men-Birds of Prey, Corvids, and Carcasses: Zoomorphic Representations of Human Anguish

From parietal art to contemporary installations, via the mementosmori of classical and modern painting, human anguish in the face of the pangs of existence is a central theme of a good number of works depicting the figure of the beast to embody this violence inherent to being, so much so that it would be fruitful to study the artistic expression of the brutality of the human condition and the anguish that results from it through the representations that the animal undergoes. image of the animal. Moreover, omnipresent in the artistic production of all peoples and civilizations, the figure of the beast is a mirror with a thousand facets reflecting, by anamorphosis, the truth as composite as it is contradictory of the human being, because behind the animal , behind his name and his image, it is indeed the man in question: man, a bloodthirsty beast who does not hesitate to massacre his fellow men and to devastate the world, man, a fragile beast taken in the clutches of an inexorable existence where his fate hardly differs from that of unarmed prey. This article attempts to interpret certain works coming not only from different artistic practices and schools, but also from dissimilar historical periods, cultures and civilizations. Creations by artists from the four corners of the world, Africa, Europe, Asia and Latin America, will be studied according to an interdisciplinary approach and a comparative approach based on the analysis of the socio-cultural context and the aesthetic issues of these compositions showing, in addition to zoomorphic men with the heads of predatory birds, birds of prey, crows and animal carcasses. In other words, it will be a question of reflecting on why and how certain artists use, in their works, the image of the animal, whether living, carnivorous bird or scavenger, or reduced to the state of meat, to portraying both this murderous cruelty which distinguishes human beings and the anxiety of death intrinsic to their condition.

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numero 57, giugno 2024

Pasquale Iuso

Dalla teoria alla pratica. I convegni sulla guerra rivoluzionaria e la contro-insorgenza (1955-1971).

Il contributo percorre i convegni dedicati alla guerra rivoluzionaria ed alla conseguente controinsorgenza, cercando di individuare quegli elementi di continuità che permettono a questa impostazione della lotta al comunismo, in particolare, in Italia di passare da una fase teorica ad una pratica. Un’evoluzione che accompagna la definizione di un conflitto permanente contro quelle forze considerate espressione diretta del comunismo internazionale da perseguire in forme parallele, anche al di fuori della legalità repubblicana, ma in ogni caso attraverso un condizionamento dell’opinione pubblica. La chiave ricostruttiva si basa sull’ipotesi che la strategia della tensione ha una delle sue origini in un dibattito che non fu solo teorico. Il periodo di riferimento sono soprattutto gli anni Sessanta, quelli della grande trasformazione e della successiva crisi, all’interno dei quali si definiscono scenari e si attuano azioni per il contenimento dell’avanzata politica dei partiti di sinistra in Italia.

From Theory to Practice: Conferences on Revolutionary War and Counterinsurgency (1955-1971)

This contribution traces the conferences dedicated to revolutionary war and the consequent counterinsurgency, trying to identify those elements of continuity that allow this approach to the fight against communism in Western Europe and, in particular, in Italy to pass from a theoretical phase to a practical one. An evolution that accompanies the definition of a permanent conflict against those forces considered a direct expression of international communism to be pursued in parallel forms, even outside republican legality, but in any case, through the conditioning of public opinion. The reconstructive key is based on the hypothesis that the strategy of tension has one of its origins in a debate that was not only theoretical. The reference period is mainly the 1960s, those of the great transformation and the subsequent crisis, within which scenarios were defined and actions implemented to contain the political advance of left parties in Italy.

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numero 57, giugno 2024

Fabio Martelli

Relitti bentivoleschi: i bassorilievi di Palazzo dalla Tuata

A Bologna, in Via Galliera, la casa chiamata Delle Tuate è legata in modo parzialmente enigmatico al crollo del potere dei Bentivoglio nella città: due capitelli dell’elegante portico infatti propongono una complessa esaltazione di Giovanni II Bentivoglio, il cui profilo in marmo appare chiaramente provenire dalla rapida Domus Magna dei Signori di Bologna; l’origine del successivo capitello che glorifica Giovanni come Augusto di Bologna è identica. È ancora difficile comprendere il significato di questo omaggio ai Bentivoglio nel periodo del dominio papale, quando leggi molto severe proibivano qualsiasi ricordo pubblico dell’antica signoria: questo saggio cerca di rispondere a queste domande sulla base di una nuova analisi del materiale lapideo e alla luce di poche prove d’archivio.

Bentivoglio Relics: the Bas-Reliefs of Palazzo dalla Tuata

At Bologna in Via Galliera the house called Delle Tuate is linked in a partly enigmatic way to the collapse of Bentivoglio's power in the city: two capitals of the elegant portico in fact propose a complex exaltation of Giovanni II Bentivoglio whose marble profile clearly appears to come from the rapid Domus Magna of the Lords of Bologna; the origin of the subsequent capital glorifying Giovanni as Augustus of Bologna is identical. It is still difficult to understand the signification of this homage to the Bentivoglio in the time of papal rule, when very severe laws prohibited any public remembrance of the old lordship: this essay tries to answer these questions on the basis of a new analysis of the stone material and in the light of few archival evidence

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numero 57, giugno 2024

Valentina Ricci

Nuove forme di giornalismo digitale. I news podcast

Il presente articolo ha come obiettivo quello di analizzare il processo di rimediazione dei giornali tradizionali all’interno dei podcast. Questi, a partire dal 2013, stanno allargando il proprio pubblico, con un notevole apprezzamento per i contenuti giornalistici e informativi. A fronte dei continui e fruttuosi investimenti delle redazioni nel mercato dell’audio, è stata fatta un’analisi dei maggiori aspetti di crisi del giornalismo odierno, con l’intento di capire se e come tale rimediazione stia aiutando l’informazione a uscire dalla crisi in cui versa dagli anni Novanta e a portarne a termine l’ingresso nell’ambiente digitale.

New forms of digital journalism. News podcast

This article aims to analyze the process of remediation of newspapers within podcasts. Since 2013, podcasts have been expanding their audiences, with considerable appreciation for journalistic and informational content. Against the backdrop of continuous and fruitful investments by newsrooms in the audio market, an analysis of the major crisis aspects of today's journalism has been made, with the aim of understanding whether and how such remediation is helping news out of the crisis it has been in since the 1990s and bringing it into the digital environment.

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numero 57, giugno 2024

Dario Pasquini

Nostalgia di un presente che svanisce. Le demolizioni a Roma nel dibattito pubblico tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento

Il saggio analizza attraverso una serie di fonti a stampa, manoscritte e d’archivio il dibattito sulle demolizioni di edifici storici nella Roma post-unitaria. In particolare, vengono esaminati interventi dell’archeologo Rodolfo Lanciani, del geografo Filippo Porena, dello storico dell’arte Domenico Gnoli, del fotografo Francesco Adriano De Bonis e dello scrittore Diego Angeli, nonché alcuni articoli pubblicati sui giornali “La Capitale”, “Il Popolo Romano” e “La Voce della Verità”.

Nostalgia for a Vanishing Present. The Demolitions in Rome in Public Debate Between the Late Nineteenth and Early Twentieth Centuries

This essay analyzes through a range of printed, manuscript and archival sources the debate on the demolition of historic buildings in post-unification Rome. In particular, writings by archaeologist Rodolfo Lanciani, geographer Filippo Porena, art historian Domenico Gnoli, photographer Francesco Adriano De Bonis and writer Diego Angeli, as well as articles published in the newspapers “La Capitale,” “Il Popolo Romano” and “La Voce della Verità”, are examined.

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numero 57, giugno 2024

Filippo Galletti

Ruolo e controllo del mondo animale negli statuti emiliano-romagnoli (secoli XIII-XV)

Attraverso l’analisi delle fonti normative cittadine emiliano-romagnole redatte tra XIII e XV secolo, l’articolo evidenzia il ruolo essenziale che gli animali ricoprivano all’interno delle comunità nell’alimentazione, nel trasporto di merci e persone, nella celebrazione di feste, nell’economia cittadina mediante il pagamento di multe e gabelle, e nella salvaguardia dell’igiene pubblica. In particolar modo, si assiste nel corso dei secoli a un progressivo controllo dell’autorità sul mondo animale. Tale atteggiamento potrebbe essere messo in relazione al crescente sviluppo dei comuni dell’Italia centro-settentrionale nel corso del basso medioevo e a un possibile cambio di mentalità verso un orientamento antropocentrico e di controllo su tutta la natura.

Role and Control of the Animal World in the Statutes of Emilia-Romagna (13th-15th Centuries)

Through the analysis of communal normative sources from Emilia-Romagna region written between the 13th and 15th centuries, the article highlights the essential role that animals played within communities in terms of sustenance, transportation of goods and people, celebration of festivals, contribution to the city's economy through the payment of fines and taxes, and the preservation of public hygiene. Particularly, over the centuries, there is observed a progressive control of authority over the animal world. Such an attitude could be related to the increasing development of the communes in central-northern Italy during the late Middle Ages and a possible shift in mindset towards an anthropocentric orientation and control over all of nature.

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