Bibliomanie

Verga, Milano e le avvisaglie della nuova maniera
di , numero 29, aprile/giugno 2012, Saggi e Studi,

Come citare questo articolo:
Lorenzo Tinti, Verga, Milano e le avvisaglie della nuova maniera, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 29, no. 4, aprile/giugno 2012

Il 13 novembre 1872, come d’abitudine ormai da qualche mese, Giovanni Verga scrive all’amico Capuana, divenuto frattanto sindaco di Mineo, e gli annuncia la sua imminente partenza per il capoluogo lombardo: «Mio caro Luigi, lunedì prossimo probabilmente partirò per Milano». Né, al solito, perde l’occasione di sollecitare dal suo corrispondente, ben più inserito, eventuali raccomandazioni, seppur in modi garbati e manierosi e non senza promettere in cambio premurosi servizi: «Se in qualche cosa potrei esserti utile a Firenze o a Milano, scrivimi, sicuro di farmi un piacere. Se sei nel caso di presentarmi per lettera a qualche editore o direttore di giornale l’avrei assai caro e se per mezzo tuo potessi ottenere un’occupazione modestissima in qualche giornale te ne sarei assai grato». Giacché, poi, una strategia promette maggiori garanzie di successo se impiegata contemporaneamente su due fronti, il catanese suggerisce la stessa cortesia anche al vecchio Dall’Ongaro, che nel frattempo ha lasciato Firenze per occupare la cattedra di Letteratura Drammatica all’Università di Napoli

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