Bibliomanie

Aspetti del metaletterario
di , numero 21, aprile/giungo 2010, Note e Riflessioni,

Come citare questo articolo:
Lorenzo Tinti, Aspetti del metaletterario, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 21, no. 4, aprile/giungo 2010

Quello di “metaletterario” è un concetto critico abbastanza recente, dato che (come gli analoghi “metateatrale”, “metapoetico” e “metafilmico”) deriva dall’espressione “metalinguistico”, a sua volta introdotta a metà degli anni ’30 dai teorici che si muovevano tra la Scuola logica polacca (Alfred Tarski) e il Circolo di Vienna (Rudolf Carnap), e recepita poi dal movimento strutturalista (Roman Jakobson). Giusta la sua etimologia, la nozione evidentemente rimanda a un tipo di letteratura che assume se stessa come oggetto della propria riflessione, quindi a una letteratura autoreferenziale. Ovvero, in un testo letterario si ha una funzione metaletteraria ogniqualvolta l’autore, anziché raccontarci qualcosa attraverso la scrittura, trasforma quest’ultima da mezzo a fine e si preoccupa di interrogarne le dinamiche più o meno profonde

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