Come un’ombra nel sonno del giorno. Un ricordo di Alda Merini
Alessandra Giannitelli, Come un’ombra nel sonno del giorno. Un ricordo di Alda Merini, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 20, no. 12, gennaio/marzo 2010
Occhi verdi, sorriso rosso fuoco e sigaretta: ce la ricordiamo più o meno così, la “Dafne accecata dal fumo della follia”. Se ne è andata come un verso di una sua poesia, una di quelle in cui amore e morte si intrecciano in una danza leggera e appassionata. Lei, che nella vita ha sempre continuato a credere, fino all’ultimo respiro, nonostante la sua difficile e travagliata esistenza; “Io come voi sono stata sorpresa mentre rubavo la vita, buttata fuori dal mio desiderio d’amore” si legge in Ballate non pagate (Einaudi, 1995).Eppure lei quella vita rubata l’ha difesa fino in fondo e nel suo “desiderio d’amore” è rientrata a forza e ha ricostruito sé stessa, tra i cocci che la malattia e la sofferenza le avevano lasciato. Come “una fata che vuole che il suo Pinocchio diventi carne
Questo articolo è distribuito con licenza Creative Commons Attribution 4.0 International. Copyright (c) 2010 Alessandra Giannitelli