Due saggi su Victor Hugo di Charles Baudelaire
Davide Monda, Due saggi su Victor Hugo di Charles Baudelaire, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 04, no. 30, gennaio/marzo 2006
Già da parecchi anni Victor Hugo non è più tra noi. Mi sovvengo del tempo in cui la sua figura era di quelle che s’incontravano più spesso tra la folla; e molte volte mi sono chiesto, vedendolo comparire così sovente nella confusione delle feste o nel silenzio dei luoghi solitari, come potesse mai conciliare le necessità del suo lavoro assiduo col suo gusto sublime ma pericoloso per le passeggiate e le fantasticherie. Tale apparente contraddizione è evidentemente il risultato di un’esistenza ben regolata e di una robusta fibra spirituale, che gli consente di lavorare camminando, o piuttosto di non poter camminare se non lavorando. Senza posa, in ogni luogo, sotto la luce del sole, tra le onde della folla, nei santuari dell’arte, lungo le librerie polverose esposte al vento, Victor Hugo, pensoso e calmo, sembrava dire alla natura esteriore: «Entrami bene negli occhi, affinché mi ricordi di te».
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