Bibliomanie

Beatrice Coppini, Il sospiro del mondo, Società Editrice Fiorentina 2023
di , numero 55, giugno 2023, Letture e Recensioni, DOI

Beatrice Coppini, <em>Il sospiro del mondo</em>, Società Editrice Fiorentina 2023
Come citare questo articolo:
Angela Zangaro, Beatrice Coppini, Il sospiro del mondo, Società Editrice Fiorentina 2023, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 55, no. 28, giugno 2023, doi:10.48276/issn.2280-8833.10626


«Il mondo respira indipendentemente da noi. C’è aria che circola nella terra, nelle piante, nell’acqua, nel cielo e noi non ce ne accorgiamo mai. Non ci facciamo caso. Ci preoccupiamo del nostro respiro, solo quando non riusciamo più a farlo.»

Siamo alle prime pagine del libro di esordio scritto da Beatrice Coppini Il sospiro del mondo, una raccolta di trenta brevi racconti che catapultano il lettore nelle vite più disparate di uomini e donne. Troviamo azioni che troppo spesso non arrivano ad essere trascritte nelle pagine di un libro, come pulire i fagiolini, o ricoprire le pareti di contenitori di uova per isolarsi dal suono del mondo; troviamo persone come Luana la giornalaia, Gianni il vignaiolo, la mamma di Marina; e intorno tessere sanitarie, panchine, lavatrici, Renault 4 rosse, ma anche nomi illustri come quelli di Shakespeare, di Aldo Moro, del poeta Mario Luzi. Infine, un personaggio è anche la natura, la Val d’Orcia in tutto il suo splendore, Pienza, Castelluccio, la campagna toscana.
Non tutte queste donne e questi uomini vivono, però, la vita che a loro è stata assegnata.
Erminia, prima di essere licenziata in tronco, ha vissuto per venticinque anni la vita dei clienti del negozio che, con lo scorrere dei prodotti sul nastro della cassa, le confidavano i loro pensieri, le loro preoccupazioni o le gioie di quel momento.

«Sulla cassa del supermarket, Erminia ha visto passare le vite degli altri. E vivendo le loro, si è arricchita la sua. In un modo che stando a casa, non sarebbe mai potuto avvenire. E questo ascolto continuo, per otto ore al giorno, sia di cose belle che brutte della vita le ha fatto vivere mille altre esistenze a cui lei ha dedicato tutta la sua cura. Tutta la sua vera vita. E ora? Tutto gettato in un cesso!»

Se hai vissuto per anni la vita degli altri cosa succederà quando ti ritroverai faccia a faccia con quella sconosciuta o per te troppo vuota che è proprio la tua? Puoi imparare a con-viverci oppure lasciarti andare su una sedia a dondolo ascoltando sempre lo stesso disco “Mina canta Lucio”, una donna che canta storie di altri e tu, che ora non puoi più ascoltarle attivamente, lasci che qualcuno le racconti a te.

«Aria che circola lentamente ma di continuo, che avvolge le cose e gli umani senza scomporli, in modo così connaturato che solo dopo, quando non si è più lì, ci si accorge – in qualunque altro luogo si sia – di non poter più respirare, di soffocare senza.»

Il modo più discreto per accertarci che ci sia ancora vita in una persona in situazione di pericolo è cercarne il respiro: se lo sentiamo, possiamo dire che è sopravvissuto. Probabilmente, una volta rintracciato il respiro, sospiriamo. Se il respiro tranquillizza chi è intorno a noi, il sospiro lo mette in allarme: potrebbe essere la spia di pensieri tristi o della mancanza di qualcosa che vorremmo. È raro che prestiamo attenzione al nostro respiro, al contrario un sospiro non passa inosservato, né a chi sospira, né a chi sente sospirare: perché sospiri? La differenza tra respirare e sospirare è che chi sospira sta davvero vivendo, non solo sopravvivendo. Sta sentendo qualcosa, nella pancia, nei polmoni, nel petto tutto, nel naso che si ingrossa e nelle orecchie. Il sospiro vive di vita propria, è una presenza, a volte ingombrante, a volte solo un attimo senza senso.
Tutti sospiriamo: dalla turista in val d’Orcia, ai protagonisti di un anime giapponese, I sospiri del mio cuore, sulla collina di Tama. Il Giappone ci sembra ancora più vicino se pensiamo ai racconti brevi di Haruki Murakami1; certo la lingua di quest’ultimo non ha gli accenti toscani di queste pagine! Ma la terra, tutto quello che è sotto di noi, tutto quello che abbiamo dentro e il silenzio non cambiano.

«Per molto tempo, ho creduto che il massimo traguardo della poesia fosse il silenzio. Quello dei mistici, che più sanno, più tacciono. Poi, ho capito che al di là del silenzio ci sono le cose che parlano.” e ancora “ (…) il silenzio salva! Lenisce le pene più profonde perché concede all’anima di riposarsi creando uno spazio vuoto in cui lei può vivere a modo suo, come le compete, come ne ha bisogno. L’anima ha bisogno di respirare profondamente.»

Questi racconti brevi danno vita a gesti, persone, situazioni comuni: spesso abbiamo bisogno dei libri per andare lontano e ci dimentichiamo delle storie reali/semplici o complesse, che di solito definiamo “di tutti i giorni” che non si sa per quale motivo sembrano meno attraenti di altre storie.
Solo l’atto di scrivere, per alcuni, rende reale ciò che si sente o che si vive. Beatrice Coppini (che è stata per tanti anni insegnante di italiano e storia nella scuola superiore) fa nascere ufficialmente uomini e donne che, come lucciole sparse di notte nei campi di tutto il mondo fragili resistono o muoiono, scompaiono, risorgono o non esistono a confronto di chi invece prepotentemente attesta la sua presenza nel mondo mostrandosi sui social. Quanti like accumula la vita vera?
E come al concerto di Paolo Fresu, ultimo racconto della raccolta,

«si scivola così, a occhi spalancati, in uno spazio interiore, circondati da mille e duecento persone, vicini vicini ma ognuno -finalmente! – solo con se stesso.»

Quel concerto per lo spettatore è catartico, come per il lettore questo libro, per il semplice fatto che la purezza è la semplicità della vita di tutti i giorni e “puro” è un aggettivo positivo.
Il sospiro del mondo ci ricorda l’importanza dell’introspezione profonda, ci ricorda che siamo liberi di sospirare senza doverne dare conto a nessuno.

Note

  1. Si pensi a H. Murakami, L’elefante scomparso e altri racconti, Torino, Einaudi, 2013.

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