I nomi delle cose
Elena Marchionno, I nomi delle cose, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 23, no. 17, ottobre/dicembre 2010
Emma arriva in reparto alle dieci. Ha una scarpina in seta azzurra, una maglia di cotone bianco, i jeans. L’abbinamento bianco e blu le è sempre piaciuto. Arrivata al terzo piano percorre un lungo corridoio e incontra il padre subito. Ciao papà. Lui la abbraccia un po’ sudaticcio col solito impaccio. La mamma arriva dopo. Ciao. Vado a prendere il nonno. Emma fa il corridoio all’indietro come un gambero, poi alza i tacchi e si volta. Già piange, come una cretina. Emma non sa se riuscirà mai a trattenere il pianto come la madre che ormai è controllata, allenata, pur mantenendo un musetto da cerbiatto. Emma piange voltata verso la vetrata ; la luce è una lama accecante. Immagina
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