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Lo sporco che ha valore: un primo quadro del radicamento delle mafie attraverso la gestione dei rifiuti
di , numero 55, giugno 2023, Note e Riflessioni, DOI

Lo sporco che ha valore: un primo quadro del radicamento delle mafie attraverso la gestione dei rifiuti
Come citare questo articolo:
Pietro Marchio, Lo sporco che ha valore: un primo quadro del radicamento delle mafie attraverso la gestione dei rifiuti, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 55, no. 20, giugno 2023, doi:10.48276/issn.2280-8833.10714

L’associazione a delinquere di stampo mafioso è una struttura organizzata di uomini e donne che detiene un potere territoriale circoscritto e ben definito, delimitato da confini nazionali oppure internazionali. All’idea di territorio è congiunto l’interesse economico delle cosche. Gli uomini d’onore non pensano solo al territorio in quanto tale, come gestirlo e occuparlo, ma ad edificare intorno ad esso l’idea di un profitto economico che fa da saldatura tra il luogo (fisico) e il ricavo che in termini valutativi esso è in grado di offrire. Il controllo economico delle mafie mostra capacità di infiltrazione in molteplici contesti finanziari sfruttando al meglio il tessuto sociale in cui opera l’organizzazione.
Nel settentrione d’Italia, i clan ottengono un miglior rendimento finanziario da introiti erogati dallo Stato, dalla Comunità europea o da appalti pubblici (in primo luogo i bandi che fanno riferimento alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti). Nel mezzogiorno d’Italia, territorio governato da uno scarso inserimento nel mondo del lavoro e, di conseguenza, una mancata aspettativa in un sistema lavorativo efficace, le cosche sono dedite al reclutamento di nuova “forza operativa” tra giovani e disoccupati. La ‘ndrangheta ha saputo gestire entrambi i parallelismi economici seppur risultano essere due contesti differenti e separati. Coesiste in questo, l’erogazione di molteplici appalti distribuiti per la realizzazione di grandi opere pubbliche anche nel Mezzogiorno, di cui i clan hanno saputo rilanciare in un sistema clientelare e di guadagno. Nel corso degli anni ‘70 le mafie si diffondono in tutta la penisola raggiungendo aree della Calabria e del Sud in cui non vi erano mai approdate.
Mentre la ‘ndrangheta accresce il suo potere silenziosamente, qualche decennio dopo, in Campania, Raffaele Cutolo fonda la “Nuova Camorra Organizzata”. Nel novembre del 1980 un terribile terremoto sconvolge l’Irpinia. Le tempistiche per un immediato intervento procedono a rilento, mentre i soccorritori attendono i mezzi adeguati a ripulire la zona dalle macerie. La Camorra gioca un ruolo fondamentale nel processo di edificazione di nuovi edifici e per la messa in sicurezza dell’area. La criminalità organizzata ha sfruttato il territorio campano nell’estrazione di materie prime destinate alla ricostruzione dell’Irpinia, per poi riqualificare le fosse generate dagli scavi con materiali e rifiuti tossici1. Una vasta area tra Napoli e Caserta è oggi definita “terra dei fuochi”.2
Lo sfruttamento del territorio è simbolo di potere, sinonimo di controllo sociale ed economico. Tuttavia, il termine assume un margine di significato ancora più ampio nel corso dell’epoca successiva per via del fenomeno della globalizzazione.
Figlia del Novecento, ha favorito la liberalizzazione dei mercati finanziari senza porre freno alcuno all’evolversi di un’economia con fini poco etici e responsabili. Il bilanciamento di enormi quantità di denaro da un continente all’altro, con tempistiche alquanto ristrette, ha prodotto un nuovo codice economico per la criminalità a livello mondiale. In altri termini significa evadere il campo della legalità in attività illegali quali traffici di sostanze stupefacenti, riciclaggio di denaro e smaltimento di rifiuti tossici, sostanza tra l’altro nocive sia per l’uomo che per l’ambiente3.
Il processo galoppante di modernizzazione ha favorito la formazione prima e la costituzione dopo, di una criminalità che prendesse sembianze aziendali simile ad una grande multinazionale del denaro. La presenza dei “colletti bianchi” ha permesso alle mafie di perfezionare le strategie di controllo all’interno di enti pubblici e privati.
Per cui, la ‘ndrangheta e le altre organizzazioni criminali sono ben radicate all’interno di «fattori che rendono il fenomeno della globalizzazione criminale complesso, tanto che per descriverlo viene visualizzato attraverso un’ottica d’insieme intrecciata ed estesa a ragnatela su temi ed aspetti difformi»4.
Tra i temi, il fenomeno della gestione dei rifiuti implica un’attenta osservazione sulle varie fasi del sistema di riciclaggio di quest’ultimi. Se dovessimo ragionare sull’uso della parola “rifiuto” indichiamo un oggetto di cui utilizzo non è più reso consono alle abitudini e alla routine degli uomini5. Con il trascorrere del tempo abbiamo imparato a suddividerli (carta, plastica, alluminio, vetro e organico), ma il sistema della differenziata non sempre ha ottenuto risultati lodevoli, sia per una mancata responsabilità da parte della comunità e sia per un servizio poco efficiente ed efficace di raccolta6. In tutto ciò consiste il problema dei rifiuti urbani in Italia che ha occupato intere pagine di cronaca, evidenziando i costi esorbitanti che Comuni e Regioni non sono stati in grado di contenere. Ma un buon sistema di differenziazione dei rifiuti comporta il rispetto e l’applicazione della regola delle tre “R”: riduzione dei costi di smaltimento, riduzione dei costi sui servizi (TARI), riduzione dell’inquinamento ambientale.


In alcune circostanze è l’istituzione comunale che diviene l’ente gestore del servizio sui rifiuti. È interessante analizzare le osservazioni condotte da uno studio di Giuseppe Ciaccio, membro della Banca d’Italia nucleo per la ricerca economica, in merito ai costi per lo smaltimento dei rifiuti inerenti ai Comuni del Mezzogiorno che sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose. L’iter legale comporta il decadimento della Giunta e l’introduzione fino a nuove elezioni di un gruppo di Commissari straordinari che ha il compito di ristabilire un equilibrio finanziario del Comune.
Secondo le stime dell’autore7, nei primi anni del 2000 «il costo per quantità di rifiuti nei comuni meridionali risulta essere inferiore di circa il 5% della media nazionale (cfr., Ciaccio, p. 109)». L’approccio alla tematica cambia nel momento in cui «il campione viene allargato ai comuni con rischio infiltrazioni mafiose, ovvero tutti i comuni delle undici province a più alto livello di rischio, quali: Agrigento, Caltanissetta, Catania, Caserta, Catanzaro, Crotone, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Salerno, Trapani. La differenza rispetto alle altre province del Mezzogiorno sale al 3,5%. Il costo mediano dei comuni con consiglio sciolto per mafia risulta superiore del 7,7%. Nel caso dei comuni delle undici province il costo risulta superiore del 12,9%»8.
È possibile paragonare tali dati riferendosi agli anni 2015 – 2020 dove alcune zone della Calabria vengono coinvolte dalle indagini degli inquirenti. Le province interessate sono Crotone e Catanzaro, le quali, risultano essere tra le «undici province ad alto rischio». Inchieste che hanno interessato i comuni della presila, il comune di Isola Capo Rizzuto e di Crotone, nonché il comune di Lamezia Terme, area centrale della Calabria ad alto interesse economico per i clan di ‘ndrangheta. Tra le operazioni più incisive che hanno attratto interesse a livello internazionale sono: Jonny (2017) e Stige (2018). La presenza delle cosche crotonesi nella gestione del servizio sullo smaltimento dei rifiuti urbani è riportata nelle dichiarazioni di entrambi le operazioni. La criminalità organizzata ha cercato di ottenere le gare d’appalto per assicurarsi il pieno controllo di raccolta, trattamento e riciclaggio dei rifiuti. In quest’area a volte le discariche di riferimento non riescono a smaltire un quantitativo di rifiuti tale da poter garantire un’attività funzionale di smaltimento.
Per somministrare e illustrare al meglio la capacità organizzativa delle mafie nel trasporto di rifiuti, si vuole riportare dal focus “Mafia e rifiuti” – attività svolta e risultati conseguita dalla Direzione investigativa antimafia inerenti al primo semestre dell’anno 2019, dove le mafie, soprattutto la ‘ndrangheta, siano state in grado di evadere dal proprio territorio regionale trasferendo i rifiuti al nord-Italia. Secondo il Procuratore aggiunto di Brescia, Sandro Raimondi, «dal sud al nord viene effettuata questa attività di illecito trattamento e di illecito commercio, che ha fatto divenire Brescia e le zone limitrofe, a mio modo di vedere, una nuova Terra dei fuochi»9.
In merito alla questione ambientale nasce il termine ecomafie, coniato da Legambiente, associazione in difesa e tutela del territorio e dell’ambiente. Con questo termine si vuole indicare ogni tipo di attività illegale di puro stampo mafioso, con oggetto i soprusi che riguardano la flora e la fauna, nonché i tagli selvaggi nei boschi appartenenti ai Parchi nazionali italiani e alla cementificazione abusiva. Questo genere di attività è considerato dei crimini contro l’ecosistema che ci circonda e in cui viviamo.
Nell’ultimo rapporto dell’associazione ambientalista, inerente al dicembre scorso, vengono esplicitamente segnalate continue attività illecite nel mezzogiorno d’Italia con un numero di reati pari a «9.490 i reati nel ciclo del cemento illegale, a seguire quelli dei rifiuti (8.473) e contro la fauna (6.215) e un’impennata dei reati contro il patrimonio boschivo e storico-culturale»10.
La cementificazione abusiva ha permesso alle mafie di utilizzare lembi di costa, ritenute aree protette, per la costruzione di ville lussuose o resort per la stagione vacanziera. Alcune di questi edifici sono stati confiscati e riconsegnati alla collettività anche se nella maggior parte dei casi, molti di questi stabilimenti, sono ancora oggi inutilizzati per vari motivi. Nonostante ciò, esistono aree destinate al riutilizzo in attività per la tutela e la messa in sicurezza del territorio11.
Il tema dei rifiuti ingloba un macrocosmo che riguarda molteplici aspetti della vita pubblica. I rifiuti di prodotti sanitari, compresi gli scarti infermieristici, diventano protagonisti di una telenovela che ha inizio con l’arrivo della pandemia. Per analizzare e conoscere il fenomeno, nel corso dell’assemblea nazionale di “Estate Liberi” a Roma di cui, oltre ad esserne stato partecipante, ho rappresentato insieme alla collega Loredana De Tursi i presidi di Libera Crotone e Isola Capo Rizzuto, viene distribuito il dossier di Libera e lavialibera pubblicato nel 2022 dal titolo – La tempesta perfetta 2022. La variante «criminalità» – , in cui la pandemia da covid-19 assume le sembianze di una ragnatela intorno alla quale si concretizza un reticolo criminale capace di infettare l’intero apparato commerciale: dai problemi che le aziende sanitarie hanno riscontrato con il materiale ospedaliero di prevenzione (quali guanti, mascherine, etc.) all’utilizzo di bitcoin e altre criptovalute, fino a raggiungere il commercio online che durante gli anni dell’epidemia da covid 19 ha raggiunto numeri esorbitanti12.
Proseguendo attraverso un excursus cronologico, a partire dal 2020, i dati provenienti dall’Uif13 e dichiarati dal Direttore Claudio Clemente ritengono che alcuni gruppi o parti individuali congiunti alle associazioni criminali abbiano avuto modo di infiltrarsi e usufruire, durante il primo periodo pandemico, sia della produzione che della diffusione di strumenti sanitari prime fra tutte i dispositivi di protezione per le vie aeree (bocca e naso) contro la diffusione del virus. Pare che l’ingresso delle mafie avvenga nel momento in cui colossi dell’industria tessile decidono di “cambiare mestiere” specializzandosi nella realizzazione di mascherine chirurgiche. La richiesta di mascherine cresce quotidianamente e in commercio è difficile trovarle. Il business tramonterà a causa dello scarso rifornimento di quest’ultime incrementato dal basso rendimento economico (specie dopo l’approvazione del nuovo DPCM imposto dal governo che andrà a regolare un nuovo prezzo di mercato pari allo 0,50 centesimi al pezzo). Nell’anno seguente le mafie cambiano strategia in quanto «emergono con maggior frequenza ipotesi di vere infiltrazioni e tentativi di appropriazione di fondi pubblici destinati al sostegno dell’economia.»14 Le radici della criminalità sondano il terreno dei vaccini.
Tra il 2020 e il 2021, nell’asso di poco tempo il «virus criminalità»15 contagia la commercializzazione di innumerevoli dosi di vaccino: «l’azione del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi tecnologiche della Guardia di Finanza ha portato alla chiusura di diversi canali Telegram che ponevano in vendita illegalmente i vaccini di marca AstraZeneca, Pfizer e Moderna. La vendita partiva dai 155 euro per una dose fino a 20.000 euro per uno stock di 800 fiale»16.
Le mafie, come le canne di bambù, fiutano il vento delle opportunità: si spingono verso nuovi orizzonti di guadagno. Infatti, non sarà solo la pandemia a creare prospettive favorevoli per l’incremento di denaro nelle casse delle cosche ma il settore della digitalizzazione monetaria (bitcoin e altre criptovalute) disegna un piano strategico ancora più adeguato.
I mafiosi diventano esperti nella gestione della moneta del futuro in quanto conoscono il mondo del web e le varie tecnologie da utilizzare nello sfruttamento dei canali online. Negli ultimi anni si è parlato spesso di criptovalute e di quanto esse fossero molto più sicure ed efficaci.
Sarà veramente così?

Note

  1. In Calabria invece, nella piana di Gioia Tauro, intere aree diventano discariche abusive per lo smaltimento di rifiuti tossici da parte della ‘ndrangheta, sotterrati tra gli uliveti che si estendono lungo il litorale.
  2. Assemblea nazionale Estate Liberi, Roma, 2-4 dicembre 2022, confronto su temi ed esperienze di campo, gruppo di lavoro ambiente, Antonio D’amore.
  3. Economia criminale, geodiritto, globalizzazione e nuovi canali per i reati d’impresa, Cristina Colombo (a cura di), Wolters Kluwer, aprile 2021, pagg. 26–27.
  4. Ibidem.
  5. Nel mondo naturale non esistono rifiuti, ogni componente ha una funzione ben precisa.
  6. In questi casi è importante conoscere l’ente gestore del servizio.
  7. L’autore ha consultato stime ricavate dalla Relazione della Corte dei conti dell’anno 2007.
  8. Economia pubblica, bimestrale di studi e informazioni a cura del Ciriec fondato da Alberto Mortara, anno XXXIX-n°1-2-2009, Editore Franco Angeli, in. Id., La criminalità organizzata nelle regioni meridionali: effetti sullo sviluppo economico e sul costo dei servizi pubblici locali, Giuseppe Ciccio, pp. 106 – 109.
  9. Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento, attività svolta e risultati conseguita dalla Direzione investigativa antimafia, gennaio – giugno 2019, in. Id. Focus Mafia e rifiuti, p. 589.
  10. Dati Legambiente, Comunicato stampa del 15 dicembre 2022.
  11. Per giunta, si è iniziato a parlare di Archeomafie, ovvero la presenza della criminalità organizzata nella gestione del traffico illegali di oggetti e ritrovamenti di manufatti di valore archeologico rilevante, spesso commercializzati all’interno di circuiti del mercato nero. Utensili da lavoro, anfore, fonti numismatiche in oro e argento, reliquie di antichi templi trafugati al patrimonio culturale e artistico del nostro Paese. Vittima di una simile vicenda è stato il sito archeologico di Capo colonna nel crotonese.
  12. Le nuove frontiere di guadagno della ‘ndrangheta riguardano il campo del bitcoin e del gioco d’azzardo. Recenti operazioni antimafia in Calabria (tra cui Operazione Stige e operazione Jonny) hanno dato adito a questo fenomeno, in cui sono stati coinvolte le cosche di Isola Capo Rizzuto e alcune attività ludiche dedite al gioco delle slot-machine a Crotone.
  13. Unità di informazione finanziaria.
  14. La variante «criminalità» – la tempesta perfetta 2022, La via libera, pensieri nuovi, parole diverse e Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, edizioni lavialibera, anno 2022, pp. 20–21.
  15. La variante «criminalità», pp. 40-41.
  16. Ibidem.

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