Bibliomanie

Editoria e potere: una rassegna bibliografica del “caso Mattei”
di , numero 55, giugno 2023, Note e Riflessioni, DOI

Editoria e potere: una rassegna bibliografica del “caso Mattei”
Come citare questo articolo:
Alessandro Cassanmagnago, Editoria e potere: una rassegna bibliografica del “caso Mattei”, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 55, no. 22, giugno 2023, doi:10.48276/issn.2280-8833.10808

1. Introduzione
Dal 1962, anno della sua scomparsa, sono state numerose le pubblicazioni dedicate alla figura di Enrico Mattei. Marchigiano, imprenditore dell’industria chimica sotto il fascismo, coordinatore delle forze partigiane cattoliche durante la Resistenza, nel 1945 viene nominato dal Comitato di Liberazione Alta Italia commissario dell’Azienda generale italiana petroli (Agip), l’ente petrolifero pubblico istituito nel 1926 dallo Stato italiano. Negli anni del dopoguerra Mattei si oppone alla liquidazione dell’Agip, preferendo invece preservare l’azienda e utilizzare le sue risorse tecniche per attuare la ricerca di petrolio e gas nella Pianura Padana. Con la sua posizione rafforzata dalla scoperta dei giacimenti metaniferi di Caviaga e Cortemaggiore e dal supporto dei vertici della Democrazia cristiana, Mattei è tra i promotori in parlamento della costituzione di un nuovo organismo per la gestione delle risorse energetiche: l’Ente nazionale idrocarburi.
L’Eni, di cui Mattei è primo presidente, diventa sotto la sua guida uno dei motori del processo di industrializzazione post-bellico e un dispositivo di “soft power” per la neonata Repubblica italiana. La cosiddetta “formula Mattei” applicata dall’Eni al commercio degli idrocarburi aiuta l’Italia, paese sconfitto e dalla politica estera limitata, a rilanciarsi nell’agone internazionale. Il presidente dell’Eni propone infatti ai paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, ricchi di risorse ma privi di infrastrutture, un’innovativa tipologia di accordo, che garantisce a questi ultimi il 75% dei profitti ottenuti dalla vendita del petrolio e del gas sul mercato. La formula Mattei è accolta molto positivamente dai potenziali partner mentre solleva l’ostilità delle grandi aziende petrolifere, che Mattei chiama le “sette sorelle”. Le imprese petrolifere internazionali vedono nell’azione corsara del presidente dell’Eni un’interferenza che danneggia i loro interessi. Nonostante l’avversione delle imprese concorrenti Mattei non si ferma: conclude accordi con Egitto e Iran, in segreto appoggia la resistenza algerina contro la Francia e avvia scambi commerciali con l’Unione sovietica e la Cina.
Le ambiziose iniziative di Mattei si concludono con la sua morte il 27 ottobre 1962, quando l’aereo Morane-Saulnier con a bordo il presidente dell’Eni precipita nella campagna pavese. Ha inizio per l’Ente un periodo di transizione che vede l’interregno di Marcello Boldrini, al quale succede alla presidenza Eugenio Cefis nel 1967. I successori di Mattei archiviano progressivamente la sua strategia preferendo raggiungere un accordo con le major dell’industria petrolifera. L’Eni, da azienda che ambiva ad essere produttrice e competitor delle principali imprese del settore degli idrocarburi, cambia progressivamente la sua strategia. Il politologo Giorgio Galli descrive lo storico passaggio di consegne come la trasformazione dell’Eni da «produttrice» a «mercante di petrolio»1.
La statura e l’influenza di Mattei contribuiscono dopo la sua scomparsa ad alimentare le voci che la sua morte non sia stata causata da un incidente aviatorio bensì da un sabotaggio. La spregiudicatezza del presidente dell’Eni aveva suscitato ostilità tanto in Italia quanto all’estero. In campo economico aveva come avversaria l’impresa privata italiana, che si sentiva esclusa dal mercato energetico nazionale e le aziende petrolifere straniere, che vedevano i loro interessi in Medio Oriente e in Nord Africa messi in discussione. Ostili a Mattei erano inoltre i militanti dell’Organisation de l’armée secrète (Oas), l’organizzazione paramilitare francese contraria all’indipendenza dell’Algeria, i quali minacciarono ripetutamente Mattei per il suo supporto ai ribelli algerini.
Nonostante i dubbi, le indagini della procura di Pavia e della commissione d’inchiesta istituita negli anni Sessanta non rilevano la presenza di dolo nell’incidente dell’aereo di Mattei. Bisogna aspettare il 1994 e la riapertura delle indagini in seguito alle dichiarazioni di alcuni pentiti di Cosa nostra perché si cerchi nuovamente di fare luce sui fatti del 27 ottobre 1962. Alla conclusione dei lavori il pubblico ministero Vincenzo Calia afferma nel documento per la richiesta di archiviazione redatto nel 2003 che l’esito dell’indagine ha appurato, attraverso una perizia tecnica e tramite la consultazione della documentazione disponibile, che l’aereo di Mattei esplose in volo all’inizio della fase di atterraggio per la presenza di un ordigno2. Il magistrato conclude la sua relazione dichiarando l’impossibilità di individuare sia gli esecutori materiali sia mandanti dell’attentato al presidente dell’Eni.
Le circostanze della morte di Mattei ricoprono uno spazio importante nella bibliografia riservata al manager pubblico. Oltre alle monografie incentrate sull’argomento, il tema viene accennato all’interno di volumi che trattano la biografia di Mattei, le opere di memorialistica o i testi che si occupano di argomenti affini, come ad esempio lo sviluppo del fenomeno delle partecipazioni statali in Italia in Ascesa e declino del capitale pubblico in Italia di Franco Briatico.
Lo scopo di questa rassegna è quello di ricostruire la storia della pubblicistica sul caso Mattei attraverso una selezione di testi, che evidenzi i suoi legami con le vicende politiche italiane. Tramite la ricostruzione cronologica delle pubblicazioni è stato possibile collocare i volumi analizzati all’interno del contesto in cui videro la luce e ipotizzare la loro finalità, che non risulta sempre di tipo esclusivamente divulgativo. In particolare fanno parte di questa categoria gli scritti pubblicati a partire dagli anni Settanta, realizzati allo scopo di influenzare l’opinione pubblica e i decisori politici come L’assassinio di Enrico Mattei di Fulvio Bellini e Alessandro Previdi o il pamphlet dall’indubbio accento ricattatorio Questo è Cefis di Giorgio Steimetz.
Le opere dedicate al caso Mattei compaiono con maggiore frequenza in due ondate: una prima fase tra il 1970 e il 1972, che coincide con il passaggio di Cefis dalla presidenza dell’Eni a quella della Montedison e con la scomparsa del giornalista de “L’Ora” di Palermo, Mauro de Mauro. Segue poi una seconda ondata sbocciata dopo la riapertura delle indagini sulla morte di Mattei nel 1994. Inoltre è stato possibile individuare dei “filoni tematici” all’interno delle pubblicazioni, che spesso si intersecano e si contaminano tra di loro. I principali sono quelli relativi ai presunti mandanti dell’attentato a Mattei; è possibile individuare un filone francese che vede coinvolta l’Oas e i servizi segreti del governo di Parigi, un filone americano che accusa le sette sorelle e il governo statunitense di aver ordinato l’eliminazione di Mattei e infine un filone italiano che individua le responsabilità del disastro nell’azione della Mafia siciliana, su commissione di forze interne al paese. In quest’ultimo caso i sospetti sono circoscritti agli esponenti della nomenclatura democristiana avversi a Mattei e soprattutto in Cefis che, secondo le tesi proposte in molti dei volumi presi in esame, avrebbe favorito la scomparsa del suo superiore per prenderne il posto.
Il filo rosso Bascapè-Cefis-De Mauro si arricchisce di un ulteriore tassello con l’aggiunta del nome di Pier Paolo Pasolini. La lettura del suo romanzo incompiuto Petrolio, che era già stato pubblicato postumo da Einaudi nel 1992, nei primi anni Duemila ispira numerose pubblicazioni che ipotizzano un ruolo di Cefis nella tragica morte del regista. La tesi comune a questo corpus di opere suppone che Pasolini sarebbe stato assassinato su mandato dell’allora presidente della Montedison. Il movente sarebbe da ricercarsi nell’intenzione del regista di denunciare i presunti crimini di Cefis nel suo nuovo romanzo, ispirato dal contenuto del libro di Steimetz, di cui interi passaggi sono presenti all’interno degli appunti che costituiscono Petrolio.

2. L’eredità del cane a sei zampe: il caso Mattei negli anni Sessanta
La prima pubblicazione di rilievo incentrata su Enrico Mattei e l’Eni al di fuori della memorialistica è il saggio del 1964 di Dow Votaw The six legged dog. Mattei and Eni. A study in power. Finanziato dall’Institute of business and economic research dell’Università di Berkley, il volume viene e tradotto e distribuito in Italia da Feltrinelli con il titolo Il cane a sei zampe. Mattei e l’Eni. Saggio sul potere nel 1965 per la collana I fatti e le idee. Saggi e biografie curata da Paolo Rossi. Il saggio è realizzato con la collaborazione della dirigenza dell’Eni e con l’avvallo di Mattei prima della sua morte.
L’impianto dell’opera è quello dell’analisi socio-economica. Votaw sottolinea come dietro alla scelta di realizzare un saggio su Mattei ci sia l’intento di approfondire lo studio «di un insolito fenomeno di potere di cui egli si trovò a giocare una parte di primo piano»3. Dopo aver introdotto in termini sintetici l’oggetto del saggio (Considerazioni di insieme) Votaw prosegue la trattazione con una sintesi della biografia di Mattei (Dalla povertà al potere) e la ricostruzione delle origini dell’Eni (Lo sfondo del potere). Seguono quindi un capitolo dedicato alla struttura dell’azienda (L’apparato del potere) per arrivare a dimostrare, nell’ultima parte del saggio (Teoria del potere e sua esemplificazione concreta), come le vicende di Mattei e dell’Eni possano essere interpretate nel senso di un «moderno fenomeno di potere»4. Nelle conclusioni Votaw si domanda quali siano le prospettive future dell’Ente alla luce della scomparsa del suo fondatore e apre una riflessione di carattere prescrittivo sugli insegnamenti che possono essere tratti dall’esperienza della presidenza di Mattei e dal modello industriale dell’Eni in rapporto al dibattito sul ruolo dell’impresa pubblica in un sistema di economia di mercato.
Lo spazio dedicato da Votaw nel suo saggio alle circostanze relative alla scomparsa di Mattei è limitato. Nel saggio l’economista accenna agli aspetti oscuri del disastro di Bascapè senza approfondire nessuna ipotesi in particolare ma limitandosi a segnalare le voci riguardo ad un possibile sabotaggio o ipotizzando addirittura un gesto estremo del presidente dell’Eni, motivato secondo Votaw dalle difficoltà finanziarie in cui si trovava l’Eni all’epoca del disastro5.
All’opera di Votaw segue la pubblicazione del saggio di Paul H. Frankel del 1966 Mattei: oil and power politics, distribuito in Italia nel 1970 con il titolo Petrolio e Potere. Enrico Mattei dalla casa editrice La Nuova Italia all’interno della collana Nostro tempo. Frankel realizza il volume con il sostegno del Centro studi sul Medio Oriente e il Centro per gli Affari Internazionali dell’Università di Harvard. Lo studioso, esperto di questioni petrolifere, è stato consulente dell’Eni dal 1955 e ha avuto modo di conoscere personalmente Mattei potendo quindi «occupare un posto di prima fila, da cui mi è stato possibile osservare come Mattei e le sue imprese venissero evolvendosi.»6.
Frankel descrive la sua opera come uno «studio analitico» volto a «tracciare il profilo di una situazione piuttosto che di un uomo»7. Quindi non una semplice biografia del presidente dell’Eni ma una ricerca che colga le caratteristiche essenziali delle iniziative di Mattei. Nell’introduzione alla versione italiana l’autore sottolinea l’assenza di una pubblicazione analoga sul mercato ad opera di un ricercatore italiano sull’esperienza del “fenomeno Mattei”. Frankel fa risalire questo vuoto nella pubblicistica alla prossimità della scomparsa di Mattei, tema a suo parere ancora troppo scottante negli anni Sessanta, a differenza dei numerosi scritti realizzati quando il presidente dell’Eni era in vita.
Strutturato in tre parti, il saggio esordisce con una digressione sul rapporto fra il carattere di Mattei e il sentimento nazionale italiano. Per l’autore le aspirazioni di autonomia che animavano Mattei vanno fatte risalire ai valori del Risorgimento e del nazionalismo italiano del primo novecento, ricontestualizzati nell’Italia della ricostruzione post-bellica. Nella seconda parte Frankel si dedica alla descrizione alla carriera di Mattei, dalla direzione dell’Agip fino alla morte, soffermandosi in particolare sulla campagna internazionale dell’Eni per la ricerca di fonti petrolifere all’estero e i rapporti con i paesi produttori. Nella terza ed ultima parte del saggio ritroviamo una riflessione, sui vantaggi e le criticità dell’impresa pubblica, simile a quella sviluppata da Votaw all’interno de Il cane a sei zampe. Anche Frankel dedica poco spazio alle circostanze della morte di Mattei. L’autore riporta la narrazione di un Eni in difficoltà al momento della scomparsa del suo primo presidente e sottolinea la volontà di quest’ultimo di lasciare l’Ente per concorrere alla presidenza della repubblica8.

3. Da Bascapè a Palermo: il caso Mattei negli anni Settanta
Il primo volume espressamente dedicato all’incidente di Bascapè è L’assassinio di Enrico Mattei di Fulvio Bellini e Alessandro Previdi, pubblicato nel 1970 da Edizioni Flan. Bellini aveva già lavorato all’argomento con un’inchiesta intitolata Enrico Mattei è stato assassinato del marzo 1963 sul settimanale “Secolo XX” diretto da Giorgio Pisanò9. La collaborazione con Previdi si concretizza in un libro-inchiesta il cui scopo dichiarato è quello di dimostrare la natura dolosa dell’incidente di Bascapè, cercando di individuare i possibili mandanti dell’attentato a Mattei. Il testo è centrale nella pubblicistica sul caso in quanto diventerà pietra di paragone per molti lavori successivi. Si tratta infatti di uno dei cardini letterari della mitologia legata alla figura del primo presidente dell’Eni, germogliata in seguito alla sua morte. Gli elementi fondamentali ci sono tutti: il filone francese con i riferimenti all’Oas, le sette sorelle e i servizi americani che operano nel ruolo di loro braccio armato, fino a culminare con l’inquadramento del ruolo ambiguo di Cefis negli avvenimenti di Bascapè. L’ultimo paragrafo è infatti dedicato alle operazioni finanziarie del successore di Mattei10. Un anno dopo la pubblicazione del libro di Bellini e Previdi, Cefis completerà la scalata alla Montedison diventando presidente del colosso dell’industria chimica italiana. I rapporti di Bellini con Pisanò e il ruolo di primo piano giocato dai due all’interno del movimento degli azionisti della Montedison11 suscitano più di un sospetto sulle reali finalità dell’opera, nonostante le smentite di rito presenti al suo interno12. Il volume va quindi inserito nel contesto dello scontro fra il capitale pubblico (l’Eni di Cefis) e quello privato (la Montedison di GiorgioValerio) per il controllo del settore petrolchimico italiano, tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta.
In seguito all’insediamento di Cefis ai vertici dell’azienda di Foro Buonaparte verranno dati alle stampe due libri sul neo presidente della Montedison: Questo è Cefis, l’altra faccia dell’onorato presidente di Giorgio Steimetz del 1972 e Uragano Cefis di Fabrizio De Masi del 197513. Steimetz è lo pseudonimo dietro il quale si nascondono uno o più autori del testo, edito dall’Agenzia Milano informazioni (Ami), finanziata dall’Ente minerario siciliano gestito da Graziano Verzotto. Si tratta di una raccolta di articoli pubblicati fino a quel momento dall’Ami che denunciano gli affari illeciti di Cefis. Il libro di De Masi, anch’esso scritto sotto pseudonimo, è simile nel contenuto a quello di Steimetz: una meticolosa ricostruzione dei presunti crimini di Cefis descritti con dovizia di particolari I due testi non condividono solo i temi trattati e l’anonimato degli autori. Entrambi hanno scarsa circolazione al momento dell’uscita ed entrambi verranno riscoperti successivamente quando saranno collegati all’incompiuto romanzo di Pasolini, Petrolio.
La lettura del libro di Bellini e Previdi ispirerà il regista Francesco Rosi a realizzare il lungometraggio Il caso Mattei che uscirà nelle sale nel 1972. La pellicola è incentrata sugli ultimi giorni di vita del presidente dell’Eni. Il film si lega subito ad una vicenda cronaca: la scomparsa, nell’autunno del 1970, del giornalista de “L’Ora” di Palermo Mauro De Mauro. Assunto da Rosi per raccogliere informazioni sulle ultime ore di vita di Mattei in Sicilia, De Mauro fa perdere le sue tracce il 16 settembre. Si sospetta il coinvolgimento di Cosa nostra. Le indagini si arenano però quasi subito senza che vengano identificate le cause o gli eventuali colpevoli della scomparsa del giornalista. Il filo rosso che collega Mattei a De Mauro verrà ripreso dal giornalista di “Paese Sera” Riccardo De Sanctis nel suo libro del 1972 Delitto al potere. L’incidente di Mattei, il rapimento di De Mauro, l’omicidio di Scaglione pubblicato dalla casa editrice Samonà e Savelli per la collana La nuova sinistra. L’opera di De Sanctis si colloca all’interno della pubblicistica sul caso Mattei nel filone dedicato alla pista siciliana. L’autore aggiunge all’intreccio di casi irrisolti quello dell’omicidio del magistrato Pietro Scaglione che aveva partecipato alle indagini sulla scomparsa di De Mauro. De Sanctis approfondisce inoltre gli aspetti legati alla pista francese, accennando alle rivelazioni dell’ex membro dei servizi segreti Thyraud de Vosjoli14. Nel suo libro di memorie Lamia, pubblicato nel 1971 negli Stati Uniti, Vosjoli sostiene che Mattei sarebbe stato assassinato tramite il sabotaggio del suo aereo da parte di un agente dello Sdece, il servizio segreto francese. La morte di Mattei compare in altri due volumi in lingua francese: Le monde parallèle. La vérité sur l’espionage di Pierre Accoce, Jean Dewever e Yves Ciampi del 1968 e La piscine di Roger Falisgnot e Pascal Krop del 198515. Le monde parallèle è una raccolta di racconti a sfondo spionistico, adattati dalle sceneggiature di un serial televisivo. Uno di questi sceneggiati tratta dell’omicidio di un banchiere svizzero, finanziatore di movimenti rivoluzionari, che viene mascherato da incidente aereo ad opera dei servizi francesi. La piscine è invece un saggio storico sui servizi segreti francesi al cui interno gli autori smentiscono la tesi di Vosjoli riguardo la morte di Mattei, accusando i colleghi americani dell’omicidio. In Italia una versione romanzata della vicenda Mattei-De Mauro è presente in un breve racconto apologo contenuto nel libro scritto dal giornalista di “Epoca” Pietro Zullino e intitolato Guida ai misteri e piaceri di Palermo, pubblicato nel 1973 da Sugarco. Nel suo racconto Il franco rapitore. Sinfonia sul caso De Mauro, Zullino propone, in tono ironico, una ricostruzione dei legami fra i due casi, espressa attraverso un ipotetico dialogo fra il commissario Anania, uno pseudonimo dietro al quale si nasconderebbe il nome del commissario Nino Mendolia16, e l’agente segreto Rossi17.

4. Da Palermo a Bascapè: il caso Matteri tra gli anni Settanta e gli anni Duemila
Gli anni settanta si chiudono con la pubblicazione di un’opera centrale nella bibliografia dedicata alla misteriosa scomparsa di Enrico Mattei. Nel 1976 viene dato alle stampe per Bompiani il saggio La sfida perduta. Biografia politica di Enrico Mattei del politologo Giorgio Galli. Il libro presenta due aspetti unici. Si tratta della prima opera a compiere un’analisi dell’ideologia del presidente dell’Eni. Galli colloca Mattei all’interno della corrente di pensiero del populismo anti-politico italiano, maturato durante l’esperienza del fascismo e che avrebbe poi alimentato lo scetticismo di Mattei nei confronti della classe politica italiana e la sua tensione a favore dei movimenti anti-colonialisti. L’altro aspetto è di carattere editoriale: il volume è stato infatti ripubblicato integralmente in due diverse occasioni, nel 1996 e nel 2005, all’interno dei successivi La regia occulta. Da Enrico Mattei a piazza Fontana per i tipi di Marco Tropea Editore e Enrico Mattei: petrolio e complotto italiano per le edizioni Baldini Castoldi Dalai. Galli definisce la raccolta dei tre volumi «un dramma in tre atti»18. Nei capitoli conclusivi dell’edizione del 1976 Galli ricostruisce il contesto della morte di Mattei, sottolineando l’importanza di pubblicazioni come quelle di Bellini e Previdi, De Sanctis e Zullino. L’intreccio tra editoria e potere, in relazione al caso Mattei, emerge in tutte e tre le opere di Galli. Il politologo si interessa alla bibliografia su Mattei vagliando con attenzione lo stato dell’arte in materia, in particolare sottolineando una cesura tra la pubblicistica precedente alla riapertura delle indagini e quella diffusasi dopo il 199419.
Il passaggio dagli anni Settanta agli anni Novanta vede infatti la scomparsa delle opere di indagine (Bellini e Previdi, De Sanctis) e dei pamphlet scandalistici (Steimetz, De Masi) per un ritorno ai saggi storici e alla memorialistica, realizzati soprattutto da ex collaboratori che lavorarono all’Eni nell’era Mattei. Fanno parte di questo gruppo Energia e sviluppo in Italia: la vicenda di Enrico Mattei di Marcello Colitti del 1979 per De Donato, Mattei. La pecora nera di Italo Pietra del 1987 per Sugarco e Mattei, il nemico italiano di Nico Perrone del 1988 pubblicato da Leonardo Editore.
In particolare il lavoro di Perrone, realizzato attraverso l’analisi di documentazione inedita proveniente da archivi americani ed inglesi, propone una nuova interpretazione della tragedia di Bascapè. Secondo la tesi di Perrone l’incidente di Bascapè non sarebbe stato il frutto di un complotto ordito dall’Oas o dallo Sdece come ritorsione per la politica filo algerina di Mattei o tantomeno dell’intervento delle sette sorelle dell’industria petrolifera e neppure di esponenti della politica italiana. Lo studioso barese ritiene invece che il caso Mattei sia da collocare nel teatro della guerra fredda e in particolare nel contesto della crisi di Cuba, scoppiata il 14 ottobre 1962 tra Usa e Urss e conclusasi un giorno dopo la scomparsa di Mattei. La politica anti-imperialista di Mattei e la sua influenza sul governo italiano avrebbero spinto gli Usa a cercare di neutralizzare il presidente dell’Eni per evitare una deriva neutralista dell’Italia all’alba di un potenziale conflitto fra le due superpotenze20.Perrone ripropone la sua tesi, arricchendola di notizie tratte da nuove fonti documentali, anche nelle sue pubblicazioni successive: Obbiettivo Mattei. Petrolio, Stati Uniti e politica dell’Eni del 1995 edito da Gamberetti ed Enrico Mattei pubblicato nel 2001 per Il Mulino.
Simile al lavoro di Perrone per la tipologia di fonti utilizzate è il saggio di Leonardo Maugeri del 1994 L’arma del petrolio. Questione petrolifera globale, guerra fredda e politica italiana nella vicenda di Enrico Mattei pubblicato da Loggia de’ Lanzi. Nella sua opera Maugeri propone una tesi opposta rispetto a quella di Perrone riguardo al contesto della scomparsa di Mattei, arrivando ad una diversa conclusione. Secondo Maugeri Mattei all’epoca della sua morte era in procinto di siglare un accordo con le sette sorelle e di visitare gli Usa per incontrare i vertici politici americani21. Egli ritiene dunque improbabile che sia americana la mano dietro alla morte di Mattei, pur ritenendo l’episodio di Bascapè «un incidente aereo ancora oggi circondato da alcuni elementi di mistero»22.
La svolta nella pubblicistica sul caso Mattei giunge all’improvviso nel 1994, quando, in seguito alle dichiarazioni dei pentiti di Cosa nostra Gaetano Iannì e Tommaso Buscetta, viene riaperta l’indagine sulla morte di Enrico Mattei guidata dal magistrato Vincenzo Calia. Nella sua testimonianza Buscetta, tra i principali pentiti di Cosa nostra, interrogato sulla morte di Enrico Mattei, dichiara:

«Il primo delitto eccellente di carattere politico ordinato dalla commissione di Cosa nostra, costituita subito dopo il 1957, fu quello del presidente dell’Eni Mattei Enrico. 23»

Le indagini di Calia rivelano la probabile presenza di un ordigno a bordo dell’aereo di Mattei la notte della tragedia ma non portano all’identificazione dei presunti esecutori e dei mandanti dell’attentato.
Tuttavia il rinnovato interesse per la tragica conclusione della carriera del presidente dell’Eni è espresso da una seconda ondata di opere sul tema, incoraggiata dai risultati delle perizie ordinate da Calia. Tra il 1995 e il 2023 vanno alle stampe più di trenta volumi dedicati a Mattei. Nel 2004 esce per le edizioni Il Mulino Ascesa e declino del capitale pubblico in Italia. Vicende e protagonisti di Franco Briatico. In controtendenza con il resto della pubblicistica coeva, Briatico manifesta scetticismo nei confronti della tesi dell’attentato sottolineando la mancata individuazione dei presunti mandanti dell’omicidio di Mattei24. L’anno successivo Galli conclude la sua trilogia di saggi cominciata nel 1976 pubblicando Enrico Mattei: petrolio e complotto italiano. Prolifico autore di volumi sul caso Mattei è Benito Li Vigni che pubblica nel 1996 La grande sfida: Mattei, il petrolio e la politica per le edizioni Giorgio Mondadori, al quale seguono Enrico Mattei, un giallo italiano del 2003 per Editori Riuniti e per la stessa casa editrice Enrico Mattei. L’uomo del futuro che inventò la rinascita italiana nel 2014. L’opera del 2003 in particolare si incentra sul caso Mattei ed è da collocarsi nel filone della pista italiana che coinvolge la Mafia e la classe dirigente democristiana, concludendo con un parallelismo tra la tragedia di Bascapè e la teoria dei “cerchi concentrici” proposta da Corrado Guerzoni per spiegare l’intricata complessità del caso Moro25.
Nel 2017 è lo stesso Calia a pubblicare un volume dedicato alle sue indagini sulla scomparsa di Mattei scritto in collaborazione con Sabina Pisu e intitolato Il caso Mattei. Le prove dell’omicidio del presidente dell’Eni dopo bugie, depistaggi e manipolazioni della verità.
Una sintesi approfondita delle vicende giudiziarie legate al caso Mattei si ritrova inoltre in Il delitto Mattei. Complicità italiane in un’operazione della Guerra Fredda di Egidio Ceccato pubblicato nel 2019 da Castelvecchi.
La principale novità ad emergere nella letteratura su Mattei negli anni Duemila è l’associazione delle vicende di Palermo e Bascapè con un altro celebre episodio di cronaca italiana: l’omicidio di Pierpaolo Pasolini. Il primo a connettere i due casi è Calia che nella relazione conclusiva del 2003 sottolinea come:

«Anche Pier Paolo Pasolini (ucciso a Ostia il 2 novembre 1975) aveva avanzato sospetti sulla morte di Mattei, alludendo a responsabilità di Cefis. Tali allusioni sono rintracciabili nella frammentaria stesura del suo ultimo lavoro incompiuto Petrolio.26»

Il magistrato prosegue identificando come principale fonte delle notizie contenute nel manoscritto di Pasolini il libro di Giorgio Steimetz Questo è Cefis.
Bisogna però aspettare il 2005 e la pubblicazione di Il petrolio delle stragi. Postille a «L’eresia di Pasolini» di Gianni D’Elia per la casa editrice Effigie, per veder fiorire il filone “pasoliniano” legato a Mattei e la sua scomparsa. Per la stessa casa editrice Effigie, diretta da Giovanni Giovannetti, verranno riproposti i due pamphlet dedicati a Cefis realizzati da Steimetz e De Masi, rispettivamente nel 2010 e nel 2022. Successivamente all’opera di D’Elia, lungo il filo rosso che unisce Mattei, Cefis e Pasolini, vengono pubblicati nel 2009 Profondo nero. Mattei, De Mauro, Pasolini. Un’unica pista all’origine delle stragi di Stato di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza per Chiarelettere, nel 2020 Malastoria. L’Italia ai tempi di Cefis e Pasolini di Giovanni Giovannetti per Effigie e nel 2022 L’ Italia nel petrolio. Mattei, Cefis, Pasolini e il sogno infranto dell’indipendenza energetica di Giuseppe Oddo e Riccardo Antoniani per Feltrinelli. All’opera di David Grieco si deve invece la produzione in doppio formato, letterario e cinematografico, di La macchinazione. Pasolini la verità sulla morte. Il libro del 2015, edito da Rizzoli, viene trasportato su pellicola nel 2016 con Massimo Ranieri nel ruolo di Pasolini.

Note

  1. Giorgio Galli, La sfida perduta. Biografia politica di Enrico Mattei, Bompiani, Milano 1976, p. 221.
  2. Indagine sulla morte di Enrico Mattei. Richiesta di archiviazione.
  3. Dow Votaw, Il cane a sei zampe. Mattei e l’Eni. Saggio sul potere, Feltrinelli, Milano, 1965, cit., p.180.
  4. Ivi, p. 132.
  5. Ivi, pp. 180-181.
  6. Paul H. Frankel, Petrolio e potere. Enrico Mattei, La Nuova Italia, Firenze, 1970, cit., p. 123.
  7. Ivi, p. 9.
  8. Ivi, pp. 145-146.
  9. Egidio Ceccato, Il delitto Mattei. Complicità italiane in un’operazione segreta della Guerra Fredda, Castelvecchi, Roma, 2019, p.76.
  10. Fulvio Bellini, Alessandro Previdi, L’assassinio di Enrico Mattei, Edizioni Flan, Milano, 1970, pp. 262-267.
  11. Aldo Giannuli, La strategia della tensione. Servizi segreti, partiti, golpe falliti, terrore fascista, politica internazionale: un bilancio complessivo, Ponte alle Grazie, Milano, 2018, pp. 442-445.
  12. F. Bellini, A. Previdi, L’assassinio di Enrico Mattei, p. 10.
  13. Per una ricostruzione approfondita della genesi delle due opere si veda Paolo Morando, Eugenio Cefis. Una storia di potere e di misteri, Editori Laterza, Bari, 2021.
  14. Riccardo De Sanctis, Delitto al potere. L’incidente di Mattei, il rapimento di De Mauro, l’omicidio di Scaglione, Samonà e Savelli, Roma, 1972, pp. 122-123.
  15. P. Morando, Una pista per il caso Mattei, in «L’Essenziale», 27/10/2022.
  16. G. Galli, La sfida perduta, p. 237.
  17. Pietro Zullino, Guida ai misteri e piaceri di Palermo, Sugarco, Milano, 1973, pp. 218-233.
  18. Giorgio Galli, Enrico Mattei: petrolio e complotto italiano, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2005, cit., p.7.
  19. Ivi, pp. 239-251.
  20. Nico Perrone, Mattei il nemico italiano. Politica e morte del presidente dell’Eni attraverso i documenti segreti 1945-1962, Leonardo Editore, Milano,1989, pp. 194-219.
  21. Leonardo Maugeri, L’arma del petrolio. Questione petrolifera globale, guerra fredda e politica italiana nella vicenda di Enrico Mattei, Loggia de’ Lanzi, Firenze, 1994, pp. 274-292.
  22. Ivi, p. 292.
  23. E. Ceccato, Il delitto Mattei, cit., p.161.
  24. Franco Briatico, Ascesa e declino del capitale pubblico in Italia. Vicende e protagonisti, Il Mulino, Bologna, 2004, pp. 8-14.
  25. Benito Li Vigni, Il caso Mattei. Un giallo italiano, Editori Riuniti, 2003, Roma, pp. 222-223.
  26. Indagine sulla morte di Enrico Mattei. Richiesta di archiviazione.

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