Alessandro Baricco a Samarcanda
Munira Rasulova, Alessandro Baricco a Samarcanda, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 58, no. 18, dicembre 2024, doi:10.48276/issn.2280-8833.12046
Studiare italiano a Samarcanda
L’Istituto universitario di Lingue Straniere di Samarcanda (SSIFL) è un punto di riferimento per l’insegnamento della lingua e della cultura italiana in Uzbekistan. Nel 1997 i docenti madrelingua Giovanna Piera Viale e Massimo Toscani sono arrivati a Samarcanda da Torino per attivare i primissimi corsi di lingua. Allora l’italiano era insegnato solo come seconda lingua, ma era l’inizio di un progetto ambizioso e pionieristico: rispondere alla richiesta di lingua e cultura italiana in Asia centrale.
Nel 2005 il nostro Dipartimento attiva l’insegnamento della lingua italiana come prima lingua di studio di un percorso quadriennale e diventa sede degli esami di certificazione di lingua italiana CILS; nel 2016 si aggiunge all’offerta didattica il Master in Linguistica italiana.
Iniziò così la nostra storia di apprendimento, di comprensione della cultura e della lingua italiana a Samarcanda, di innamoramento per la Divina Commedia, il Decameron, per i film di Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Vittorio De Sica, di scoperta delle opere di Virgilio, Vasari, Petrarca, Manzoni. Nel Dipartimento di Filologia italiana iniziò una diffusa “epidemia di lettura” delle opere degli autori italiani del ‘900 come Dino Buzzati, Natalia Ginzburg, Leonardo Sciascia e quelli contemporanei come Alessandro Baricco, Niccolò Ammaniti, e altri.
Si sa che la letteratura è uno strumento molto utile che suscita particolare interesse, è il miglior strumento per avvicinare, conoscere e accogliere l’elemento straniero. E’ nota l’efficacia della letteratura nell’insegnamento delle lingue straniere.
Carlo Guastalla, professore italiano e autore di libri sulla didattica e sull’insegnamento delle lingue straniere, nel suo libro Giocare con la letteratura, propone un nuovo approccio alla lettura dei testi letterari nei corsi di lingua italiana per stranieri. Tra i vari autori, Guastalla propone anche opere di Baricco agli studenti che hanno livello A2 o B1.
Le opere di Alessandro Baricco nello studio della letteratura italiana del ‘900
Durante il primo anno di università, gli studenti del Dipartimento italiano seguono il corso di Analisi del testo. Le lezioni sono tenute da un professore in lingua uzbeca. Gli studenti imparano le modalità per poter fare l’analisi di un testo letterario: generi testuali, sequenze narrative, elementi base di un racconto, il ruolo dell’autore e del narratore, tipi e caratteristiche dei personaggi, il tempo, lo spazio, figure retoriche, gli elementi di un testo poetico ecc. In classe si procede all’analisi orale di qualche testo narrativo in lingua uzbeca insieme all’insegnante. Agli studenti viene poi dato come compito a casa di scrivere un saggio con l’analisi del racconto trattato in classe, utilizzando i termini imparati e riportando citazioni dal testo letto.
Durante il secondo anno di Università, quando gli studenti hanno già un livello di lingua italiana A2-B1, si tiene il corso di Letteratura italiana. Gli argomenti trattati durante le lezioni di Letteratura sono: Le origini della letteratura italiana e il Duecento, il Trecento, l’Umanesimo e il Rinascimento, il Seicento, l’Illuminismo, il Romanticismo, il Verismo, il Decadentismo, la letteratura contemporanea. Così uno studente può avere un’idea della periodizzazione della letteratura italiana, legge brani delle opere di Dante, Boccaccio, Petrarca, Gozzi, Goldoni, Manzoni, Pirandella ecc.
Un’altra disciplina tenuta al secondo anno universitario è Lettura a casa. Vengono lette e tradotte in uzbeco le opere integrali degli scrittori italiani: Alessandro Baricco, Dino Buzzati, Niccolò. Ammaniti, Natalia Ginzburg, Paola Mastrocola, Leonardo Sciascia. In classe si legge un brano, il docente aiuta a comprendere meglio i concetti del testo. Si fa la comprensione del testo: riassunto o parafrasi.
Nel frattempo durante le lezioni di Analisi del testo gli studenti iniziano ad analizzare le opere in italiano. Ci sono delle ragioni per cui è importante farlo proprio al secondo anno. Prima di tutto, gli studenti hanno già la base perché al primo anno hanno imparato a fare l’analisi delle opere in uzbeco, per cui analizzare le opere in italiano diventa più facile. Poi, gli studenti hanno raggiunto il livello della lingua B1, sono in grado di fare la stesura e l’analisi in italiano.
Fra tutte le opere lette e tradotte, il maggiore successo tra gli studenti hanno avuto le opere di Alessandro Baricco, Niccolò Ammaniti e Dino Buzzatti.
Oggi sembra quasi irreale, ma all’epoca, dopo aver letto Oceano mare, Seta e Novecento di Baricco cominciò una vera e propria “bariccomania”. Lo stesso Baricco in occasione di una conferenza del 2002, svoltasi a Samarcanda e organizzata dai docenti madrelingua Viale e Toscani, ha espresso la sua sorpresa nel vedere come il suo lavoro fosse oggetto di analisi e interpretazione da parte degli studenti uzbechi nel processo di apprendimento della lingua italiana. I temi delle presentazioni preparate dagli studenti in lingua italiana erano: “La funzione del gesto nel romanzo Seta”, “Caratteristiche del dialogo nel Novecento”, “Cinematografia delle opere di Baricco”, “Analogie tra le opere di Baricco e di Ise Monogatari”, “Spazio e tempo in Novecento”, “Funzione dei personaggi di Oceano mare”.
In seguito, nel 2014 gli allievi della Scuola Holden, fondata da Baricco, giunsero nella nostra città per un seminario di 10 giorni sotto la guida di Antonio Scurati; parteciparono anche tre giovani insegnanti di lingua italiana dell’istituto di Samarcanda.
All’origine vi sono diverse ragioni per cui Baricco ha avuto successo a Samarcanda: le opere di Baricco hanno capitoli e frasi brevi che rendono agevole la lettura in lingua originale. Vi è poi, messa in rilievo dai critici, la “cinematografia” della prosa di Baricco: alcune pagine sono più simili a sceneggiature cinematografiche che ad opere letterarie. L’autore può inserirsi nel filone del postmodernismo.
Infine, gli studenti di Samarcanda cominciano a conoscere anche il cinema italiano. Dopo aver letto il libro Novecento, si guarda il film La leggenda del pianista sull’oceano e si parla dell’adattamento cinematografico del romanzo delle differenze tra il libro e il film, il chè rende le lezioni più interessanti.
Lo stile di Baricco
1. Il rapporto con la musica
L’amore per la musica ispira l’attività dell’autore. Inge Lanslots scrive: “His narrative is non-linear, that is complex, obeying musical principles” La caratteristica principale delle composizioni musicali è il ritmo che si riconosce in Seta, Oceano Mare, Novecento. Per esemio, l’intero testo di Novecento è costituito dal ritmo della musica che risuona ovunque: il rumore del mare, il suono dell’unica, inimitabile, infinita Atlantic jazz band sulla nave Virginian:
Suonavamo perché l’Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov’era e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio.
In Novecento l’autore mostra il virtuosismo del musicista, la sua incredibile abilità nel suonare il pianoforte. Baricco fa un interessante paragone tra la musica, la seta e il corpo di una donna, mostrando la leggerezza della musica. L’autore permette al lettore di sentire i suoni della melodia: la musica è come la seta.. E suonare il pianoforte è come lo scivolare della seta sul corpo. Grazie ai verbi scivolava, ricamando, si crea una musica pianissima, suonata in legato. Le note sono associate a una “cascata di perle”: si può immaginare il suono che fanno le perle cadendo sul pavimento di marmo. Supponiamo che il pianista suoni in staccato, con trilli leggeri, separando un suono dall’altro:
Ragtime. Ma sembrava una cosa mai sentita prima. Non suonava, scivolava. Era come una sottoveste di seta che scivolava via dal corpo di una donna, e lo faceva ballando…Jelly Roll finì ricamando delle notine invisibili, in alto in alto, alla fine della tastiera, come una piccola cascata di perle su un pavimento di marmo.
Un’altra tecnica che crea il ritmo è la ripetizione, usata spesso in Oceano mare. Per esempio, Savigny, che sta delirando su una zattera, descrive tutti gli eventi che gli accadono durante il naufragio, ripetendo le stesse parole e aggiungendo ogni volta una nuova frase:
“La prima cosa è il mio nome, Savigny”.
“La prima cosa è il mio nome, la seconda è lo sguardo di quelli che ci hanno abbandonato – i loro occhi…”.
“La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero…”.
“La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero e la quarta è la notte che viene…”
Anche nell’opera Seta si può osservare la ripetizione nella descrizione del viaggio di Hervé Joncourt dalla Francia al Giappone, dove si percorrono gli stessi luoghi più volte..
Così, grazie a varie tecniche: paragone, ripetizione, gradazione, Baricco verbalizza con la maestria i suoni della musica di cui sono piene le sue opere.
2. “Cinematografia” della prosa
L’autore utilizza molte tecniche significative di cinematografia: dettagli, messinscena, primo piano, gesti. Novecento è una sceneggiatura cinematografica già pronta. Nell’opera, tutte le azioni e i movimenti dei personaggi sono chiaramente presentati dall’autore, i dettagli e i primi piani hanno un ruolo importante. E nel 1998 lo stesso Baricco è stato sceneggiatore del film La leggenda del pianista sull’oceano, girato dal regista italiano Giuseppe Tornatore.
Nella scena del duello tra Novecento e Jelly Roll, la “sigaretta” è un dettaglio multifunzionale. In primo luogo, aiuta a rivelare la maestria del pianista Jelly Roll, a rendersi conto della tenerezza con cui ha suonato, tanto da non far cadere nemmeno la cenere:
La sigaretta era sempre là, sul bordo del pianoforte: mezza consumata, ma la cenere era ancora tutta lì. Avresti detto che non aveva voluto cadere per non far rumore.
La seconda funzione della sigaretta è quella di enfatizzare il virtuosismo dell’esecuzione di Novecento: il suo modo di suonare è così veloce che le corde del pianoforte sono diventate molto calde e hanno acceso la sigaretta:
Novecento si alzò, prese la mia sigaretta, si sporse un po’ in avanti, oltre la tastiera, e la avvicinò alle corde del piano.
Leggero sfrigolio.
La ritirò fuori da lì, ed era accesa.
Giuro.
Bella accesa.
Vediamo i dettagli nel romanzo Seta: il “pannello di carta di riso” caratterizza lo spazio nazionale giapponese, il “kimono” – l’abito tradizionale. L’autore usa la tecnica di messinscena, quando in modo visivo, ma non verbale, il lettore comprende la relazione tra i personaggi: vicino a Hara Kei, seduto a gambe incrociate, giace immobile una ragazza giapponese, che simboleggia il suo potere, la sua sottomissione. Di fronte a lui, dall’altra parte del tavolo, siede Hervé Joncour. Si capisce che Hara Kei non vede i gesti e lo sguardo della ragazza che “fissava intensamente gli occhi di Hervé Joncour”.
Il dettaglio “tazza” ha un ruolo importante in questa situazione. Hervé Joncour “la prese con una mano, la portò alle labbra, e bevve lentamente”.
Prestiamo attenzione ai movimenti della ragazza:
La ragazzina sollevò leggermente il capo.
Per la prima volta staccò gli occhi da Hervé Joncour e li posò sulla tazza.
Lentamente, la ruotò fino ad avere sulle labbra il punto preciso in cui aveva bevuto lui.
Socchiudendo gli occhi, bevve un sorso di tè.
Hara Kei non vede questi movimenti, non li fissa, perché tutta la sua attenzione è rivolta a Hervé Joncour, intravede solo la mano della ragazza. Così, il dettaglio “tazza” ha la funzione di un bacio tra la ragazza e Hervé Joncour, che avviene al di fuori del potere di Hara Kei, grazie alla messinscena scelta.
È importante notare che molte azioni si svolgono in tempo reale, il che è anche una caratteristica dello stile cinematografico di Baricco.
Inoltre, in ogni capitolo ci sono diverse situazioni e Baricco con maestria dà raccomandazioni in “gesti e movimenti”, di ciò che il personaggio dovrebbe fare:
Posa la penna, piega il foglio, lo infila in una busta. Si alza, prende dal suo baule una scatola di mogano, solleva il coperchio, ci lascia cadere dentro la lettera, aperta e senza indirizzo (Oceano mare).
L’autore descrive accuratamente anche l’interno e l’ambiente in cui si svolge l’azione:
Nella stanza in fondo al corridoio (primo piano) c’erano un letto, un armadio, due sedie, una stufa, un piccolo scrittoio, un tappeto (blu), due quadri identici, un lavabo con specchio (Oceano mare).
3. Personaggi straordinari
La particolarità dei personaggi di Baricco attira l’attenzione di critici e letterati, che notano come essi siano una garanzia di qualità. Alberto Castelli scrive:
Sembra evidente che la trama sia meno importante della bellezza dei personaggi… Di tanto in tanto, nuovi personaggi vengono messi in scena, come in un gioco a nascondino, ma la loro ragione di essere rimane un mistero fino alla fine, appena accennata, in modo da frustrare e stuzzicare senza pietà l’appetito del lettore per il significato.
La caratteristica comune di tutti i suoi personaggi è la loro stravaganza, unicità e individualità. I personaggi, di norma, sono personalità fuori dal comune che vanno oltre le norme e le regole tradizionali. Per esempio: il pianista-virtuoso Novecento è una figura talentuosa, brillante, che trascorre tutta la vita su una nave e ha paura di scendere sulla terra. Hervé Joncour è un buon organizzatore, che risolve i problemi con facilità. Mr Gwyn è uno scrittore famoso che si inventa una nuova professione, decidendo di dipingere ritratti con le parole. Plasson è un pittore che cerca di ritrarre il mare con il mare. Il professor Bartleboom cerca la fine del mare per scrivere un articolo scientifico.
Oltre ai personaggi principali, Baricco crea in modo originale anche personaggi secondari. Un esempio è la sua opera Omero. Iliade. L’Iliade dell’antico autore greco è un’opera epica in cui un ruolo importante ha la trama: il conflitto militare tra Greci e Troiani, sponsorizzato dagli Dei dell’Olimpo. Baricco, interpretando l’opera antica, mette al primo posto i personaggi secondari. L’autore scrive testi per loro, facendoli “parlare”. Non sono più solo personaggi, ma narratori che fanno progredire la storia.
4. Assenza delle parole dell’autore nei dialoghi
La dominante stilistica delle opere di Baricco sono i dialoghi in cui sono riportate solo le battute di personaggi, mentre le parole dell’autore sono assenti. In questo modo l’autore chiama in causa i lettori.
Analizziamo la situazione in taverna Almayer (Oceano mare). Prima l’autore presenta i partecipanti della conversazione: “Partiti. Tutti quanti: Bartleboom, Elisewin, Padre Pluche, Plasson. E madame Deverià”. Ma durante la loro conversazione non ci sono più le parole dell’autore. Diventa possibile identificare i partecipanti al dialogo in base ai seguenti criteri:
a. lo stato sociale, il mestiere
Il professor Bartleboom parlerà sicuramente di scienza:
— Si intitola Enciclopedia dei limiti riscontrabili in natura.
Nelle battute di Padre Plush si tratterà sempre di religione, di studi in un seminario teologico:
— Bel titolo. Io avevo un insegnante, in seminario…
Il pittore Plasson, esperto di pittura, commenterà il disegno di Bartleboom:
— Accidenti, avevate ragione Bartleboom, disegnate davvero come un cane, veramente, io non ho mai visto un disegno.
b. Le caratteristiche linguistiche dei personaggi
Dal racconto sappiamo che il pittore Plasson parla con frasi brevi, ma durante la conversazione usa per la prima volta frasi lunghe, che sono oggetto di scherzo. Ma l’unico che potrebbe scherzare su di lui è il professor Bartleboom, l’amico che lo conosce bene:
— Accidenti, era una frase lunghissima questa, complimenti Plasson, state migliorando.
5. Prosimetro
Baricco spesso usa il prosimetro – componimento misto di prosa e di versi. Si potrebbe paragonare il suo stile a quello di Ise Monogatari ne I racconti di Ise – un’opera letteraria giapponese che ha capitoli brevi ed è scritta in prosa e in versi.
Seta è suddivisa in capitoli brevi. In Oceano mare si passa dalla prosa ai versi:
Di là dai vetri, senza un lamento, è morta ogni nube, e squilla accecante l’aria limpida di una giornata risuscitata dal nulla.
Spiaggia. E mare.
Luce.
Il vento dal nord.
Il silenzio delle maree.
Giorni. Notti.
6. Elementi grafici e punteggiatura
Gli elementi grafici più utilizzati nelle opere di Baricco sono i segni di punteggiatura (puntini di sospensione, barre, punti interrogativi ed esclamativi), l’uso del corsivo, delle lettere maiuscole e degli “spazi bianchi”.
I puntini di sospensione servono a esprimere una pausa, dare un’ulteriore caratterizzazione del ritratto del personaggio, rivelarne lo stato emotivo e psicologico. Analizziamo il brano tratto da Oceano mare: nel dialogo tra il Barone Carewall e Padre Plush, possiamo notare che le pause dimostrano lo status dei personaggi, rivelano le loro caratteristiche. La reazione di Padre Pluche alle parole del Barone è il silenzio. Non risponde al Barone perché, avendo uno status sociale basso e non essendo riuscito a curare la figlia del barone, non osa opporsi a lui:
– Padre Pluche…
– Sì, Barone.
– Mia figlia compirà domani quindici anni.
– …
– É da otto anni che l’ho affidata alle vostre cure.
– …
– Non l’avete guarita.
– No.
Il motivo dell’uso delle barre lo spiega Baricco stesso:
[…] una cosa utile sarebbe avere a disposizione un segno che indicasse la rottura di una frase, e non, come il punto, semplicemente la sua fine. Ci sono frasi che finiscono ma non sono affatto finite. Ci sono sequenze di frasi non finite. Ci dovrebbe essere la possibilità di lavorare su mozziconi di frasi. Una soluzione attualmente è il tre puntini céliniano.Io ho provato a usare lo slash (/) e quando non c’ erano ancora gli indirizzi web suonava un po’ misterioso:
Adesso cerca di capire, fratello. Cerca di capire, se puoi/
Tutto quel mondo negli occhi/
Terribile ma bello /
Troppo bello/
E la paura che mi riportava indietro/
La nave, di nuovo e per sempre/
Piccola nave/
La funzione del corsivo è quella di marcare le caratteristiche di personaggi, oggetti, fenomeni o concetti. Così, nel romanzo Oceano mare Baricco mette in corsivo la parola mare, che è il tema trasversale e il concetto principale nell’opera.
– Voi salverete mia figlia con il mare? (le parole del barone Carewall).
– Questo è il problema: dove inizia il mare? (Barteleboom)
“lo vedo: il mare (Savigni)
Gli spazi bianchi nella narrazione pongono l’accento su una singola parola, attivano l’immaginazione del lettore. In Novecento la parola perché viene ripetuta più volte, dopo di che l’autore lascia uno spazio bianco, enfatizzando così l’attenzione del lettore su questa parola, perché è proprio questo il cuore dell’opera:
Novecento…Perché non scendi?
Perché?
Perché?
Fu d’estate, nell’estate del 1931 …
7. L’uso delle figure ritoriche
L’autore spesso usa metafore, paragoni, gradazioni. Facciamo un esempio di gradazione. Nel brano di Novecento troviamo una successione di parole che per il significato creano un effetto di progressiva intensificazione/gradazione: si è svegliato, ha deragliato, scoppia, sciacqua, si scatena.
Il mare si è svegliato / il mare ha deragliato /scoppia l’acqua contro il cielo / scoppia / sciacqua /stacca al vento nubi e stelle / furibondo / si scatena fino a quando / non si sa /
Conclusione
Leggendo le opere di Baricco si può imparare a fare l’analisi del testo letterario, sviluppare il pensiero logico, approfondire in modo significativo la percezione stilistica e semantica delle opere narrative e allargare i propri orizzonti.
Baricco crea il suo mito letterario. La sua composizione -i dettagli, i mezzi linguistici ed espressivi, gli elementi grafici – tutto questo ci permette di credere che egli abbia creato uno stile personale. Per questo l’uso delle sue opere, nell’insegnamento della lingua italiana, è efficace e interessante per gli studenti uzbecofoni.
Bibliografia
Baricco A. Novecento. – Milano: Feltrinelli, 2012.
Baricco A. Oceano mare. – Milano: R.C.S.Libri e Grandi opere S.p.A., 1994.
Baricco A. Seta. – Milano: Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano, 2008.
Baricco A. La punteggiatura. La Repubblica 5/01/ 2001: OceanoMare ___ Alessandro Baricco :: La punteggiatura , consultato il 23/11/2024
Castelli A.. Alessandro Baricco: The Diction of Imagism. – Orbis Litterarum: 2021.
Guastalla C. Giocare con la letteratura. – Firenze, Alma Edizioni, 2002.
Lanslots I. “Alessandro Baricco’s infinite tales. Spunti e Ricerche”: Rivista d’Italianistica, 14, pp. 47–57, 1999.
tag: analisi, Baricco, cinematografia, interpretazione, letteratura, lingua italiana, musica
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