Bibliomanie

Aldo Palazzeschi Il codice di Perelà
di , numero 25, aprile/giugno 2011, Note e Riflessioni,

Come citare questo articolo:
Monica Fabbri, Aldo Palazzeschi Il codice di Perelà, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 25, no. 7, aprile/giugno 2011

Quando apparve Il codice di Perelà nel 1911, il sottotitolo romanzo futurista sembrava definire in qualche modo lo stralunato e singolare racconto di Aldo Palazzeschi. La storia di un uomo di fumo che per trentatré anni ha vissuto in una cappa di un camino era dedicata a “quel pubblico che ci ricopre di fischi, di frutti e di verdure”. In effetti i lettori, pur essendo stati abituati alla visione anarchica delle avanguardie letterarie e ai fermenti innovativi della poesia, rimasero attoniti di fronte alle vicende del fil di fumo bigio che scende dall’utero nero del camino dopo la morte delle tre vecchissime donne (Pena, Rete, Lama) che per lui tenevano alimentato il fuoco. Fin dall’inizio gli abitanti del regno di Torlindao, sentendogli pronunciare i nomi della triade materna, decidono di battezzarlo con le sillabe iniziali (Pe-Re-La), coinvolgendolo in una realtà piena di finzioni e di miserie. Ma di che essere si tratta?

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