Bibliomanie

I Colloqui di Guido Gozzano Una interlocuzione con i segnali dell’assente
di , numero 24, gennaio/marzo 2011, Saggi e Studi,

Come citare questo articolo:
Elisabetta Brizio, I Colloqui di Guido Gozzano Una interlocuzione con i segnali dell’assente, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 24, no. 1, gennaio/marzo 2011

I colloqui uscirono con Treves un secolo fa, verso la fine del febbraio del 1911. Il titolo del secondo libro di rime di Guido Gozzano ha carattere programmatico, esplicativo insieme di una intenzionalità artistica e di una intonazione verbale. “Cum loquere”, “parlare con”. O, detto altrimenti, “colloqui”, “parlare insieme”: codificare un messaggio che supponga un interlocutore, e nel canone crepuscolare tale presupposto finisce per dar luogo a una conversazione deliberatamente informale, in abbassamento tonale rispetto al carduccianesimo e al dannunzianesimo – si è detto e ripetuto fin quasi all’esaustione. Ma, al di fuori del luogo comune immediatamente ci immettiamo in un’altra considerazione non meno convenzionale, tuttavia non altrettanto marginabile: è in questione, con il diffuso versificare in dimessità di ritmo dei crepuscolari, una reazione alla contemporaneità attraverso lo smascheramento del sublime ipocrita della fatiscente borghesia protonovecentesca e dei valori dell’età giolittiana, il “tempo nostro mite e sonnolento”

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