Daniele Mencarelli, Bambino Gesù
Maurizio Clementi, Daniele Mencarelli, Bambino Gesù, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 23, no. 16, ottobre/dicembre 2010
Di rado, leggendo poesie contemporanee capita di vivere un’esperienza di lettura così intensa e umanamente compiuta come leggendo i versi della raccolta Bambino Gesù di Daniele Mencarelli, raccolta che riassume la fatica di alcuni anni e che si innesta su un’esperienza di vita e di lavoro vissuta dall’autore nell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma. La realtà, anzi il rispetto per il reale nei suoi lati più drammatici quindi più veri, rendono il libro un unicum nel panorama letterario corrente. Non ci sono manierismi di stile, pur essendo visibile un attento lavoro di calibratura nel lessico di registro medio, variato a tratti da espressioni popolari o termini tecnici, né estremismi nel trattamento di un verso spesso giambico, solenne negli accenti in modo da raccontare “l’epica della realtà quotidiana della morte e di Dio”, che potrebbe essere il sottotitolo del libro
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