Bibliomanie

Divagazione su Orazio lirico. Quattro odi dal primo libro
di , numero 18, luglio/settembre 2009, Traduzioni, inediti e rari,

Come citare questo articolo:
Federico Cinti, Divagazione su Orazio lirico. Quattro odi dal primo libro, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 18, no. 16, luglio/settembre 2009

Nell’esporre e definire il suo canone, Dante definisce Orazio poeta principalmente satirico: «Quelli è Omero poeta sovrano; / l’altro è Orazio satiro che vene; / Ovidio è ’l terzo, e l’ultimo Lucano» (Inf. IV 88-90). Eppure, io ho sempre preferito l’Orazio lirico, il sommo autore delle Odi, l’autore di una poesia che, come la famosa goccia, scava il sasso, penetra, plasma e ridetermina il nostro modo di vedere, considerare e agire il mondo. E certo quella di Orazio è una poesia molto consapevole del suo ruolo, intellettuale e sociale, che è poi il ruolo della letteratura. L’aurea mediocritas, in fondo, è lo strumento, l’imprescindibile methodus, per raggiungere tutti gli uomini, al di là di linguaggi iperspecialistici e tecnocratici, al di là di lingue volutamente oscure e impenetrabili, salvo che agli iniziati

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