Sulla vicenda tragicomica di calciopoli
Giovanni Ghiselli, Sulla vicenda tragicomica di calciopoli, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 06, no. 8, luglio/settembre 2006
Ho seguìto la vicenda tragicomica di Luciano Moggi e della sua ‘banda’: da una parte l’ho trovata divertente per la spudoratezza del personaggio che, con faccia beffarda, negava l’evidenza palese di partite truccate, di goal evidentemente validi annullati, di rigori inesistenti assegnati alla squadra da lui diretta. Per quanto riguarda il côté comico, credo che il personaggio discenda direttamente dagli schiavi della commedia palliata: nel mondo carnevalesco e rovesciato degli schiavi plautini, al posto del valore forte della fides quale fondamento della giustizia, troviamo quello della perfidia, la santa protettrice dei servi: “Perfidiae laudes gratiasque habemus merito magnas” (Asinaria, v. 545), “abbiamo ragione di elogiare e ringraziare assai la Malafede”, dice lo schiavo Libano allo schiavo Leonida.
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