Dostoevskij e Scorsese
Marco Antonellini, Dostoevskij e Scorsese, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 02, no. 9, luglio/settembre 2005
“Diventare qualcuno in un quartiere dove tutti erano nessuno”. Sincera come una tegola in testa, questa affermazione del protagonista di Good fellas di Martin Scorsese contiene in sé la forza di un significato che va oltre alle parole stesse e la tenacia di una volontà la cui pervicacia non conosce rimpianti o perplessità. Di più. Essa contiene la violenza della prevaricazione nella consapevolezza tutta biologica di un istinto di sopravvivenza che per adattarsi è costretto ad una battaglia i cui colpi sono quasi sempre mortali. Che differenza c’è fra i film di Scorsese e Il richiamo della foresta di London?
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