Univocità ed eclettismo
Maurizio Clementi, Univocità ed eclettismo, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 01, no. 12, aprile/giugno 2005
Uno dei fatti salienti del Novecento poetico europeo, e soprattutto italiano, è stato la costruzione del libro di poesia secondo un piano compositivo prefissato o comunque abbastanza rigido. Questo è un dato intuitivo se, ad esempio, si comparano mentalmente le opere dei poeti dell’Ottocento più conosciuti con quelle di autori novecenteschi: degli uni si ricordano più facilmente singole poesie, ad esempio A Silvia o Il cinque maggio, degli altri i titoli dei libri, come Ossi di seppia o Sentimento del tempo.
Questo articolo è distribuito con licenza Creative Commons Attribution 4.0 International. Copyright (c) 2005 Maurizio Clementi