Intertestualità e suggestioni leopardiane
Federico Cinti, Intertestualità e suggestioni leopardiane, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 01, no. 14, aprile/giugno 2005
Che bisogno ha il Leopardi di dire, a un certo punto de L’infinito e precisamente al v. 4, che sta seduto (o che si siede)? Mi pare di averlo compreso la prima volta che sono stato sul famoso «ermo colle» di Recanati. Quell’occasione mi resta fissa nell’animo, mentre ravviso ogni luogo e ogni gesto; mi resta addosso come quell’inafferrabile gerundio, «sedendo». Un «sedendo» preceduto, per altro, dal «ma» avversativo: prima, forse, il poeta non era seduto? Io credo di sì.
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