B. Pascal, Pensieri
Marco Antonellini, B. Pascal, Pensieri, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 01, no. 20, aprile/giugno 2005
Ci fu un uomo che, a dodici anni, con alcune aste e cerchi, aveva creato le matematiche; che a sedici, aveva fatto il più dotto trattato sulle coniche mai visto dall’antichità in poi; […] che, all’età in cui gli altri uomini cominciano appena a nascere, finito di percorrere il cerchio delle scienze umane, si accorse del loro nulla e volse i suoi pensieri verso la religione; che da quel momento fino alla morte, sopraggiunta nel suo trentanovesimo anno, sempre infermo e sofferente, fissò la lingua che parlarono Bossuet e Racine, diede il modello dello scherno più perfetto come del ragionamento più forte;infine, che nei brevi intervalli del suo male risolse, per astrazione, uno dei più astrusi problemi della geometria, e gettò sulla carta dei pensieri presi tanto da Dio quanto dall’uomo:questo genio sgomentante si chiamava Pascal.
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