Bibliomanie

E.M.Cioran, Sul vuoto
di , numero 34, settembre/dicembre2013, Traduzioni, inediti e rari

L’antiformalismo di Cioran dipende da un punto di vista ontologico, che si differenzia radicalmente dall’idea di poesia di Mallarmé o di Valéry, per i quali la parola deve sostituirsi all’idea, poiché il linguaggio è fine a se stesso. Per Cioran le parole debbono restare in rapporto sostanziale con la realtà che indicano, benché tale designazione costituisca un mistero, ma un mistero che non deve fare problema. Il vuoto abissale che si può intravedere in fondo alle parole evoca il vuoto che si coglie in fondo alle cose. In Précis de décomposition (1949) sono già tutte esposte le alterazioni e derive di cui egli è spettatore impassibile e impietoso. L’aforisma è l’arma che si costruisce per rendere più incisiva la sua distruzione sistematica. I bersagli sono la religione, la storia, il tempo, la morte, Dio. La poetica di Cioran è un’anti-poetica nella misura in cui pronuncia una condanna alla poetica intesa... continua a leggere

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Sul ciglio dell’ombra (1976-2005) di Marilia Bonincontro
di , numero 33, maggio/agosto 2013, Note e Riflessioni

La poesia di Marilia Bonincontro non è psicologica, né sentimentale. Esattamente agli antipodi delle istanze di una cultura masmediale e invasiva, ai margini della fenomenologia planetaria, la figura del poeta si sottrae a quella specie d’illimitata comunicazione, nel riserbo intimo e severo. E che altro potrebbe fare se non con-siderare, ossia parlare con gli astri, o meglio con La cenere degli astri? Tale è il titolo di una sua raccolta del 1988. Più profonda della bellezza angelica è questa sua lotta per una parola alta cui il poeta stesso sembra trascinato e vinto. La sostanza della lingua, invocata di fronte alla fragilità e all’incertezza dell’esistenza, comporta l’abbandono di ciò che ha in sé di troppo soggettivo e di troppo sensibile. Si può sopportare con ammirato stupore una bellezza così tremenda, solo perché essa, sine cura, cioè indifferente, è imperturbabile nella forma perfetta del suo disegno. Da chi si potrebbe essere aiutati... continua a leggere

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Pierre Oster, Hommage a Max Jacob
di , numero 33, maggio/agosto 2013, Traduzioni, inediti e rari

Pierre Oster, né en 1933 à Nogent-sur-Marne, poète et auteur des notes qui conçoit la langue comme l’unité profonde de la poésie et de la pensée, est pris dans l’entre-deux d’un travail infini à travers les fragments du langage et d’une vocation au chant de l’univers. Il publie en 1954 son premier recueil Premier poème au Mercure de France, et Quatre Quatrains gnomiques dans La Nouvelle Revue Française. Pour Le Champ de mai, qui paraît l’année suivante dans la collection « Métamorphose », dirigée par Jean Paulhan, il reçoit le prix Fénéon qui récompense « un jeune écrivain dans une situation modeste, afin de l’aider à poursuivre sa formation littéraire ou artistique ». Il succède ainsi à Claude Roy, Alain Robbe-Grillet, Michel Vinaver ou Miche Cournot. En 1958, il est aux armées, en Algérie, quand on lui attribue le Prix Max Jacob pour Solitude de la lumière (Gallimard, 1957). En 1961, il rencontre Saint-John Perse par le tru... continua a leggere

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Moralisti francesi del Novecento. Per il cittadino europeo d’oggi
di , numero 30, luglio/settembre 2012, Traduzioni, inediti e rari

Insigne esponente della letteratura cattolica francese del primo Novecento, Paul Claudel (1868-1955) ha in particolar modo trasfuso il suo potente afflato religioso nella produzione poetica e teatrale. Dopo un’adolescenza a contatto con un’educazione positivistica di cui non si stancherà poi di denunciare quella che gli appare come una assai misera visione dell’uomo, lo scrittore ritrova la fede degli anni precedenti (sarebbe stato illuminato durante la notte di Natale del 1886 nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi) e riprende la pratica religiosa. Pur restando convinto che la vita trascorsa in un ordine monastico sia la più degnamente vissuta, egli affronta la carriera di console e poi di ambasciatore, soggiornando sotto quasi ogni latitudine, dagli Stati Uniti all’Est asiatico, dall’Europa al Brasile e al Giappone. Allo stesso modo, la sua convinzione religiosa non lo allontana del tutto dalle tentazioni della passione amoros... continua a leggere

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Invito alla lettura di tre pensatori europei del ‘900 Alain, Paul Valéry, Simone Weil
di , numero 24, gennaio/marzo 2011, Traduzioni, inediti e rari

Il desiderio ha più fantasia dell’inclinazione e non è sempre in rapporto al bisogno. Non si può desiderare una cosa di cui non si ha esperienza. Per questo non c’è limite ai desideri che gli inventori possono suscitare in noi, come di aereo, radio, televisore, di andare sulla luna, ecc. Si desidera qualcosa di nuovo. Saggezza vuole che regoliamo i nostri desideri sui nostri bisogni e persino (poiché si acquisiscono bisogni) sul livello medio degli uomini ... continua a leggere

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Un canzoniere nel caos postmoderno. Lo Speculum Salutis di Federico Cinti
di , numero 24, gennaio/marzo 2011, Letture e Recensioni

Nel volume, mirabile di rigore e di audacia, sono versati 366 sonetti, opportunamente numerati e raggruppati in parti uguali nelle tre sezioni: “A Giulia”, “A Giulia che parte”, “A Giulia e Federico”. Il trittico non dissimula la ‘fonte’: versi e lire che hanno ritmato la poesia occidentale. Lo attestano le epigrafi, fungenti da vestibolo per ogni sonetto, esibendo non solo la vasta ‘biblioteca mentale’ dell’autore, ma anche il mosaico dei ‘giganti’ che lo sorreggono sulle spalle, e senza i quali non avrebbe potuto intravedere gli orizzonti ritagliati in questo, che definisce un canzoniere – ancora uno dei possibili, dopo quello di Petrarca ... continua a leggere

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Davide Monda e la sfida del lirismo
di , numero 23, ottobre/dicembre 2010, Saggi e Studi

Le invenzioni del canzoniere, di cui questo libro ospita una Sinossi di sessantasei componimenti, senza costituire un mero recupero archeologico di forme prosodiche codificate, non dissimulano risonanze collegate alla tradizione poetica italiana e a quella fondativa della poesia francese. Tuttavia sembrano provenire da un mondo altro che però non è il mondo della lirica passata. L’impianto architettonico – trecentotrentatre ricercari ordinati in sei libri – sembra alludere a una tradizione sapienziale basata sul numero, ossia alla Cabalà. I titoli dei libri che la compongono – “Miserie, compassioni e mutamenti nell’ansietà dell’humana condicio”, “Crimini e decadenze del presente”, “Passioni che sostengono la vita”, “Abissi e labirinti dell’amore”, “Presenze delicate d’amicizia”, “Tacito dialogo non interrotto con la gran Luce che orienta ogni passo” – fanno pensare a tratti di un... continua a leggere

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Il romanzo e il surrealismo
di , numero 13, aprile/giugno 2008, Saggi e Studi

Gli studi hanno perlopiù considerato il romanzo, nell’ambito del Surrealismo, come un genere condannato, cui era rifiutato il diritto di cittadinanza letteraria. Inconfessabile in seno al gruppo, il romanzo era frequentato furtivamente, nella clandestinità, oppure come messa in opera di meccanismi destinati, nel corso del loro funzionamento, ad eludere il romanzesco ... continua a leggere

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