La strage di Ustica. Il tormentato cammino verso la giustizia e la necessità di tener vivo il ricordo
Mio fratello Alberto è morto sul DC9 Itavia verso le nove di sera di quel 27 giugno 1980; stava raggiungendo la figlia e la moglie che erano a Palermo per qualche giorno di vacanza. Nelle orecchie mi suona ancora la frase di un funzionario dell’Aeroporto Marconi di Bologna che verso le cinque del mattino ci disse che non si sapeva nulla, che quell’aereo era “disperso”. Ho incontrato così una delle più tragiche vicende della storia del nostro Paese: la Strage di Ustica. Oggi possiamo dire che si è trattato di una verità subito nota che in ogni modo si è voluta nascondere. Il tracciato radar della rotta dell’aereo, unico documento sopravvissuto alla totale distruzione di ogni prova, era stato ben esaminato: indicava chiaramente un attac... continua a leggere
torna su