Juan Carlos Friebe è un poeta andaluso. È autore di Anecdotario (1992), Poemas Perplejos (menzione della giuria del Premio Internacional Gabriel Celaya de Torredonjimeno, 1995), Aria contra coral (2001), Las briznas (Premio Nacional de Poesía Paloma Navarro, 2007) e Hojas de morera (Granada, 2008). Suoi componimenti appaiono in varie antologie e riviste letterarie. Collabora con artisti visivi e organizza eventi interculturali. È autore del testo poetico per il poema scenico Geometría del Desconcierto: Las bacantes, creato dall’artista spagnolo Jaime García, con musica del compositore Frano Kakarigi. Altre opere: Mundos paralelos (2002), con l’incisora María José de Córdoba, Tres estancias de un apartamento burgués (2007), con l’artista Jaime García, Un kílim para Rimbaud, con il pittore Valentín Albardardíaz (2009) ... continua a leggere
torna suJo Shapcott, poetessa inglese vincitrice di vari premi letterari, impegnata anche sul fronte della promozione della poesia, insegna nel master in scrittura creativa della Royal Holloway (University of London) ed è Visiting Professor presso il Department of English Literary and Linguistic Studies della University of Newcastle e presso la University of the Arts di Londra. Dal 2005 è Presidente della Poetry Society. Ha curato varie antologie di poesia contemporanea ed è Consulting Editor per Arc Publications. Ha collaborato con vari musicisti e diversi suoi componimenti sono stati messi in musica da compositori di spicco. Tra i suoi titoli ricordiamo Electroplating the Baby, Bloodaxe, 1988 (1989 Commonwealth Poetry Prize for Best First Collection); Phrase Book, Oxford University Press, 1992; My Life Asleep, Oxford University Press, 1998 (1999 Forward Poetry Prize for Best Poetry Collection of the Year); Her Book: Poems 1988-1998, Faber and Faber, 2000; Tender Taxes: T... continua a leggere
torna suRigoberto González è uno scrittore, poeta e critico letterario statunitense di origine messicana. Oltre a due raccolte di poesie (So Often the Pitcher Goes to Water Until It Breaks, 1999, University of Illinois Press; Other Fugitives and Other Strangers, 2006, Tupelo Press), ha pubblicato un romanzo (Crossing Vines, 2003, University of Oklahoma Press), un racconto autobiografico (Butterfly Boy: Memories of a Chicano Mariposa, 2006, The University of Wisconsin Press), una raccolta di racconti brevi (Men Without Bliss, 2008, University of Oklahoma Press) e due libri bilingui illustrati per bambini (Soledad Sigh-sighs/Soledad suspiros, 2003, Children’s Book Press; Antonio’s Card/La tarjeta de Antonio, 2005, Children’s Book Press). Ha insegnato in varie università statunitensi e attualmente è Associate Professor of English presso la Rutgers University, Newark, New Jersey. È editor e contributing edit... continua a leggere
torna suSergio Chejfec è uno scrittore argentino, autore di dieci romanzi, oltre a un paio di raccolte di poesie e una raccolta di saggi sullo statuto della letteratura. Sue opere sono state tradotte in francese, in tedesco e in portoghese. L’ultimo romanzo, Mis dos mundos, è uscito nel 2008 in Argentina (Alfaguara, Buenos Aires) e in Spagna (Candaya, Barcelona). Nel 1990, anno di pubblicazione del primo romanzo (Lenta biografía, Puntosur, Buenos Aires, 1990; Alfaguara, Buenos Aires, 2007), Chejfec si trasferisce da Buenos Aires a Caracas, dove dirige la redazione di Nueva Sociedad, rivista di scienze sociali, politica e cultura. Resta in Venezuela fino al 2005, per stabilirsi in seguito negli Stati Uniti. Attualmente vive a New York. Un tratto caratteristico dell’opera di Chejfec è il costante intreccio della narrazione con considerazioni di natura politica, sociale o etica e con riflessioni sull’espressione verbale del pensiero ... continua a leggere
torna suObiora Udechukwu è noto specialmente come artista figurativo, ma la sua produzione include numerose poesie in molti casi abbinate a opere pittoriche o grafiche. La raccolta What the Madman Said, della quale presentiamo qui tre componimenti, nacque come una personale (dallo stesso titolo), nella quale l’artista esponeva opere grafiche a inchiostro abbinate a poesie. La raccolta vinse, nell’anno della pubblicazione, lo Association of Nigerian Authors/Cadbury Poetry Prize ... continua a leggere
torna suAll’epoca in cui ero appena diventata una giovane donna, uscii con un vecchio. L’uomo aveva occhi del blu dell’oceano e una bocca fine, labbra sottili capaci di pronunciare altrettanto bene piacere come acredine. Le borse sotto gli occhi e le guance flosce gli pendevano dalla faccia spigolosa; lo facevano sembrare minaccioso, quasi brutto ... continua a leggere
torna suRicordo la prima volta che vidi un soldato; avevo circa sei anni, vale a dire nel 1973 o ’74. La guerra civile nigeriana era appena finita e i soldati se ne tornavano a casa dal fronte: era di sera tardi, una di quelle sere di luglio lunghe e calde, e noi stavamo in piedi, spalla a spalla, sudati, sul ciglio della strada, mentre il lungo convoglio di camion con i soldati nel vano posteriore aperto attraversava il centro della città ... continua a leggere
torna suEllen Bass è una poetessa statunitense. Oltre a sette raccolte di poesie, ha pubblicato vari saggi ed è curatrice di un’antologia di poesie scritte da donne e di un’antologia di scritti autobiografici di donne che hanno subito abusi sessuali durante l’infanzia ... continua a leggere
torna suNon ha piovuto per quindici mesi e due giorni. Lo so perché ho contato i giorni uno a uno da quando la polizia s’è portata via il mio unico figlio. Ho passato al setaccio il cielo del Botswana, sperando che un segno dicesse che le cose cominceranno ad andar meglio ... continua a leggere
torna suQuando Angel morì, i genitori fecero cremare il corpo e le ceneri furono disperse nel loro giardino sul retro. Nessuno riusciva a crederci. Quando venne a saperlo, la madre di Oge disse che lei l’aveva sempre saputo che la madre di Angel era “disturbata” ... continua a leggere
torna suChege aveva sempre saputo che suo padre lo disprezzava. Fin da quando era un bambino e scorrazzava per il sentiero polveroso del villaggio, spingendo una macchinina fatta in casa con cartone e spago. Cresceva tormentato da domande che non avevano risposte chiare. Perché Baba Muga lo guardava come se lui non fosse suo figlio, con gli occhi che dicevano odio invece che amore? ... continua a leggere
torna su«Io dico che è meglio scendere. Mi sono rotta.» L’ha detto a voce alta, come s’intona un annuncio all’aeroporto. Secca, senza espressione. Ha arrotato la erre. L’autobus è affollato di gente che rientra dal lavoro. Qualcuno le avrà tastato il sedere? ... continua a leggere
torna suHa freddo. È sicura di essere ancora viva, avverte il proprio corpo. O piuttosto le tumefazioni dolenti, l’umidità delle lacerazioni. La sedia metallica aggrava le sensazioni. La luce della lampada le ferisce il viso, fa male anche quella. Per un breve raggio illumina il pavimento di linoleum verdastro. Lo hanno pulito. ... continua a leggere
torna su“Sala d’attesa”, dice il cartello accanto alla porta. Entro. Il sedile al contatto mi sembra del tutto estraneo alla forma del mio corpo, nonostante l’aspetto dichiari un intento anatomico. È scomodo, e anonimo come il resto dell’arredo. Il disagio si attenua al pensiero che non resterò qui a lungo. Mi accorgo che la donna che mi siede di fronte mi sta fissando, lo sguardo, allo stesso tempo, rivolto altrove, oltre. ... continua a leggere
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