Vie per perdere il senso. Ipotesi di lettura su Beckett e Tadini
«Il significato di un testo è ciò che l’autore ha voluto dire con l’impiego di particolari simboli linguistici. Essendo linguistico, questo significato è pubblico, cioè identico a se stesso e riproducibile in più di una coscienza. Essendo riproducibile, è lo stesso in ogni tempo e in ogni luogo della comprensione. Comunque, ogni volta che questo significato viene costruito, il suo significato per l’interprete (la sua significanza) è differente». Queste sono le parole con cui il critico letterario statunitense Eric Donald Hirsch si riferisce alla connessione tra significanza e significato, nel campo minato dell’ermeneutica. Hirsch, nei suoi principali lavori, Validity in interpretation e The aims of interpretation critica, insieme ad Heiddeger e Gadamer, tutti gli altri “atei cognitivi”, ossia i promotori di un metodo ermeneutico atto a vedere l’opera solamente entro lo stretto rapporto che il proprio autore ha con essa. Uno dei ... continua a leggere
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