Bibliomanie

Il poeta e il maestro
di , numero 35, gennaio/aprile2014, Note e Riflessioni

Agli studiosi dannunziani è cosa abbastanza nota che Gabriele D’Annunzio e Giacomo Puccini cercarono più volte di collaborare per la creazione di un’opera che unisse, come afferma Aldo Simeone, “il melo­dramma al dramma moderno”. Tale collaborazione peraltro non avvenne mai, o, per meglio dire, non pro­dusse mai risultati. Ci si è chiesti spesso il perché. Critici e studiosi di vario orientamento hanno tentato di fornire ri­sposte, ma – a mio parere – il problema reale va individuato nella diversità di carattere dei due artisti: D’Annunzio mirava sempre a essere eccezionale tout court, mentre Puccini era più modesto, ac­contentandosi di “essere qualcuno”. Ma analizziamo per un attimo le due individualità. Pur avendo idee alquanto diverse sia sulla struttura di un’opera teatrale, sia in politica (D’Annunzio era filofrancese e interventista, Puccini filotedesco e neutralista), coltivavano interessi comuni: il dandismo, i motori,... continua a leggere

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