Letteratura e anzianità
“La memoria non è quello che voglio ricordare ma quello che non riesco a dimenticare” (A. Gatto), “Tutti i dolori sono sopportabili se li si fa entrare in una storia, o se si può raccontare una storia su di essi” (K. Blixen). Con questi esergo al suo romanzo, Una furtiva lacrima, Maristella Lippolis indica al lettore due dei temi irrinunciabili del libro: il carattere selettivo della memoria e la capacità consolatoria della scrittura. Collocato in una ben consolidata tradizione di narrativa femminile sul rapporto con la madre (penso a partire da Una morte dolcissima, di Simone De Beauvoir, a Sulla soglia di Gianna Manzini) e in una, relativamente recente, di testimonianza autobiografica sull’invecchiamento e sulla progressiva perdita – o guadagno esistenziale – di funzioni fisiche a causa dell’età, sostituite da un acuirsi di consapevolezza e coscienza di sé (da Il Taccuino d’oro di Doris Lessing a Càpita, di Gina Lagorio a Quaderno proibit... continua a leggere
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