Spartaco il gladiatore, di Mauro Marcialis (Mondadori, 2010) è un romanzo storico dedicato alla rivolta servile del I secolo a. C., quando, esattamente nel 73 a.C., nella scuola gladiatoria di Capua, un gruppo di lottatori guidati dal trace Spartaco insorge e dà il via alla rivolta più importante della storia della Repubblica romana. Ne abbiamo parlato con lo scrittore Mauro Marcialis, romano, classe 1972, residente a Reggio Emilia, dove lavora come maresciallo capo della Guardia di Finanza. L’autore ha pubblicato con Mondadori La strada della violenza, nel 2007, e con Piemme, nel 2008 Io & Davide
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Hai scelto di ambientare “Non ti voglio vicino” in un lasso di tempo compreso fra il 1939 e i giorni nostri. Perché la decisione di partire da un momento così drammatico della storia contemporanea?
I motivi sono numerosi. Prima di tutto perché volevo raccontare di due tipi di guerre: quella nella sua accezione più classica e poi un’altra guerra, più subdola, che non utilizza fucili né cannoni, ma che miete numerosissime vittime in egual modo. É la guerra che si combatte tra le mura domestiche, nei rapporti famigliari. Un altro motivo è perché
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La caratteristica decisiva di Werner Herzog è la sua indipendenza, come cineasta e direi anche come uomo. Aggiungo “come uomo” per segnalare la necessità insieme di ampliare e di intensificare il concetto di indipendenza. In certe nicchie di fruizione cinematografica la parola “indipendenza” costituisce una specie di mantra da cui ci si aspetta la salvezza del cinema. Tuttavia, esiste innegabilmente una moda e in definitiva un conformismo dell’indipendenza, a cui concorrono iniziative peraltro meritorie come lo statunitense Sundance Film Festival
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Nella Roma dei Cesari è una monumentale ricostruzione di quella che fu la Roma del IV secolo d.C., Roma caput mundi, ovvero la capitale di un Impero che già conosceva la minaccia barbarica e che nel 314 aveva appena visto allentarsi la tensione tra cristianesimo e paganesimo con l’Editto di Milano, promulgato da Costantino l’anno precedente, editto che concedeva, tra le altre cose, la libertà di culto ai cristiani
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Giancarlo Narciso, alias Jack Morisco, milanese di nascita ma cosmopolita per scelta, vive fra due realtà: Milano e Riva del Garda da un lato, Lombok e Singapore dall’altro. Ha scritto numerosi romanzi - che rimandiamo alla bibliografia in fondo - oltre a molti racconti, e, con lo pseudonimo di Jack Morisco, è autore di una fortunata serie di romanzi di spionaggio pubblicati da Mondadori
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Cornelio, Delitti d’autore (Star Comics, 2009) è la versione grafica del grande noirista nonché saggista Carlo Lucarelli. Ma è molto di più: una creatura la cui essenza e la cui credibilità hanno acquisito, nella finzione, autonomia letteraria, come del resto Carlo Lucarelli ha confermato: «All'inizio mi sembrava assurdo ritrovarmi come personaggio dentro a un fumetto. Poi mi sono reso conto che quello che veniva fuori, col proseguire del lavoro, era completamente diverso da me.» Del resto la sceneggiatura conta altri due nomi illustri nel panorama giallistico italiano: Mauro Smocovich, vera e propria enciclopedia del noir (tra le altre attività, è scrittore e curatore del DizioNoir) e Giuseppe di Bernardo, già disegnatore di Diabolik
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Lo scrittore di origini vergatesi è notissimo ai lettori per il suo personaggio poliziesco, sergente Antonio Sarti. Le domande di quest’intervista sono partite proprio da Antonio Sarti e sono approdate, attraverso un ponte invisibile, all’ultima opera appena uscita da Perdisa: Via Crudes. Si tratta di un “Romanzo impossibile in tredici stazioni” cui fa sosta il protagonista
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Credo che la capacità di saper aspettare sia una delle mie caratteristiche migliori. Lavoro, amore, amicizia. Direi che ho esempi in tutti i campi. Non ho mai avuto fretta per nessuna cosa. Ma non mi sono mai data per vinta. Con i libri, per esempio. Ma anche nelle amicizie
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È Luna Lanzoni che esordisce come scrittrice col romanzo La ragazza dalle ali di serpente, pubblicato per Zoe nel 2007. Ma anche questa Luna, come il nostro satellite, nasconde una faccia segreta, che si sovrappone timidamente al suo pseudonimo: Barbara Baraldi, noirista prolifica, vincitrice del Premio Mario Casacci e del Premio Gran Giallo Città di Cattolica, fotografa e modella dell’ambiente alternativo
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Epicentro del romanzo di Elisabetta Pasquali, Il gusto del picchio, è Elena De Pisis, giovane psicoterapeuta, in apparenza sicura e professionalmente irreprensibile, anche se nella vita privata Elena è una trentenne fragile, timida, con pochissimi amici, un padre gravemente malato e un maestro -il Guru- che è un po’ guida spirituale un po’ consigliere sciamanico, grande conoscitore di persone, problemi e rispettive soluzioni
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L’inclinazione poetica è in lui così profonda e radicata che alle mie domande ha risposto spontaneamente in versi, ragion per cui ho ritenuto che, mantenendoli, avrei trasmesso più autenticamente le sue risposte. Gli elementi fondanti di Tutto questo tutto sono ancora quelli del cielo di Giotto
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Matteo Bortolotti è un giovanissimo della scrittura. Sia perché fin da piccolo sperava che la scrittura divenisse la sua strada e in quella direzione si è incamminato. Sia perché, nato nel 1980, ha pubblicato il suo primo romanzo a soli 25 anni
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Milo Manara è conosciuto come il più grande fumettista erotico dei nostri tempi. Le sue donnine hanno travalicato i canoni della perfezione policletea per assurgere a una dimensione senza spazio né tempo in cui la bellezza diviene misura di tutte le cose, dileggia le imposizioni futili e sfugge annoiata alla morale comune
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Minimalista per scelta poetica e anticonformista nella resa formale, Berselli mescola, nel suo secondo romanzo, paura, senso di frustrazione e di inadeguatezza, ironia, introspezione psicologica, pazzia e abissi dell’animo umano in un cocktail vertiginoso che si consuma tutto d’un fiato
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Guillermo Cabrera Infante è uno dei più celebri scrittori cubani e non solo perché ha ricevuto nel 1997 il Premio Cervantes, massimo riconoscimento letterario per le opere di narrativa ispanoamericana. Altre motivazioni della sua fama si possono rintracciare
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Dal 1943 al 1978 l’Italia ha subito la più profonda e radicale trasformazione della sua storia recente: da nazione largamente rurale è diventata un moderno paese industriale. Venticinque anni che videro l’esordio nell’immediato secondo dopoguerra e si conclusero con la stagione tetra del terrorismo
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Uno dei libri più belli che mi sia mai capitato di leggere, volle impressa questa frase sulla fascia di copertina del capolavoro di Márquez, Giangiacomo Feltrinelli, quando la sua casa editrice ne pubblicò la prima uscita in Italia
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Il libro pone a confronto l’Europa delle ipotesi con l’Europa che concretamente vide sfilare il quarantennio che va dal 1945 al 1984. Attraverso un’analisi corredata da testimonianze e documenti firmati da nomi autorevoli (Giorgio Napolitano, autore anche della postfazione, Nilde Jotti, Palmiro Togliatti, Luigi Longo, etc), gli autori hanno ricostruito, con precisione ed acribia scientifica
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Luca E. era rimasto di stucco. Aveva sentito il nome di G.G., aveva recepito che, in qualche modo, il vicedirettore gli proponeva di intervistarlo. Era felice, non solo perché si era nutrito dei suoi romanzi fin da adolescente, né perché lo considerava uno dei pochi scrittori capaci ancora di stupire
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Le sfumature della religiosità cubana non si possono certo condensare in un’unica definizione. Là dove mancano i confini dell’ortodossia, il sincretismo cubano si dispiega, labile e fantasioso, in un pantheon di divinità ove spiritualità e magia sono alcune delle caratteristiche fondamentali di una religione in cui crede e si riconosce il 70% dei cubani.
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Un’indagine approfondita delle situazioni sociali e strutturali, nel secondo dopoguerra, dei comuni della pianura orientale bolognese, viene svolta in due saggi, pregiato contributo all’individuazione dei fenomeni attuali attraverso la conoscenza degli elementi storici di partenza, comprovati da interessanti tavole statistiche e corredati da una consistente serie di fotografie d’archivio.
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Cesare Lombroso, agli inizi del Novecento, formulando la famosa - e famigerata… - teoria dell’uomo delinquente, che implicava inter alia una sorta di predestinazione al crimine, contribuì certo sensibilmente ad alimentare un’ostilità insana quanto infondata verso la delinquenza, avversione che si rivelò poi, per molti versi, suggestione bella e buona.
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Pedro Juan Gutierrez è orgogliosamente cubano e, attraverso l’esaltazione del suo spirito caribeño, trascina lo smarrito lettore negli archetipi delle situazioni più insolite, ma le più quotidiane per l’autore.
Habanero di adozione, antillano per nascita e per costumi, carnalmente spirituale, un po’ buddista e un po’ alcolizzato, apparentemente cialtrone, senza dubbio sfacciato
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