Intorno a una traduzione italiana di Tempeste d’Acciaio di Ernst Jünger. Elementi per una biografia intellettuale
Un giorno di primavera a Berlino, alcuni anni fa, al terzo piano di una casa «casa occupata» di Potsdamer Straße a due passi dal muro, che giovani oppositori della speculazione urbana stanno rimettendo in sesto con piglio un po’ dogmatico. Dalle ringhiere fine-secolo pendono ad asciugare gli indumenti in varie tonalità di arancione dei seguaci di una setta religiosa. Dentro, barattoli di vernice, strumenti musicali, stoviglie da lavare. In un angolo, una pila di libri: il primo è Annährungen (Approcci), l’itinerario fra le droghe e nell’estasi di Ernst Jünger [1895-1998]. Gli inquilini ignorano che alla loro età, più di mezzo secolo prima, Jünger, sopravvissuto alla Grande guerra con una dozzina di ferite gravi e la massima decorazione tedesca, l’Ordre pour le Mérite, dava alle stampe tutt’altro breviario, In Stahlgewittern (Tempeste d’acciaio). Acclamato agli esordi dall’ala più radicale dei reduci, lo scrittore ha raccolto e continu... continua a leggere
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