Leonardo Da Vinci (1452-1519) nasce in pieno Umanesimo, un movimento di ricerca della sapienza perduta dell’età classica che presupponeva la rottura con i rigidi schemi del medioevo e un’apertura a una nuova visione del mondo: l’uomo non era più succube e svilito dalla vita e dal peso del peccato ma sentiva al contrario di poter prendere le redini e guidare il suo destino. L’umanesimo lo portò al centro dell’universo, rivalutando completamente la sua posizione e le sue potenzialità.
Questa indagine appassionata che cominciò soprattutto grazie agli studi di Francesco Petrarca (1304 – 1374) portò con sé anche il recupero del messaggio ermetico, con la scoperta di testi relativi alla figura di Ermete Tris... continua a leggere
tag: leonardo da vinci, pierluigi tombetti
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Una nuova luce sull’uomo Mussolini dai ricordi vividi e intensi di un fanciullo, ora quasi novantenne, che incontrò più volte il capo del fascismo. Quello che i libri, i filmati d’epoca e gli articoli, non dicono
e non possono dire.
La storia è uno specchio infranto, i... continua a leggere
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Uno dei grandi dilemmi storici del XX secolo riguarda senza dubbio le reticenze di Pio XII, Eugenio Pacelli (1876-1958), e della Santa Sede in generale, di fronte alle atrocità compiute dal III Reich. Come una vera e propria nevrosi, questi eventi emergono con regolarità inesorabile nelle menti di chi si occupa, per interesse personale o professionalmente, di storia contemporanea: una nevrosi è, essenzialmente, uno stato di conflitto emotivo e psicologico irrisolto, che risale a un vissuto doloroso e influenza sensibilmente i pensieri e i comportamenti di chi ne soffre. Non è azzardato il paragone con le scienze della psiche, in quanto la storia è un iter composto da crocevia in cui le nazioni intrapren... continua a leggere
tag: nazismo, storia contemporanea, vaticano
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In questa analisi del background storico precedente e successivo al Mein Kampf, evidenziamo aspetti poco noti, in grado comunque di offrire un punto di vista complementare ed integrativo rispetto a quelli già conosciuti. Si è scelto qui di utilizzare la visione junghiana del nazionalsocialismo, perché rivela più di altre talune caratteristiche chiave di Hitler, che divengono evidenti se esaminate sotto questa luce, e ben riconoscibili nel Mein Kampf: caratteristiche che lo accomunano, più in generale, a tutta la cultura völkisch. Ma vediamo dunque qual è stato l’apporto di Jung in questo contesto
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