1. Che cosa fu e chi fondò «La Minerva»
«La Minerva o sia Nuovo giornale de’ letterati d’Italia» fu una delle più significative riviste di alta cultura ad essere stampate a sud delle Alpi nei decenni centrali del Settecento. Venne fondata all’inizio del 1762 dall’oscuro abate Iacopo Rebellini (1714-1767), che ne fu poi il direttore de facto, e dal combattivo camaldolese Angelo Calogerà (al secolo, Domenico Demetrio: 1699-1766). Il primo, uomo di poco prestigio e di difficile carattere, nacque nel Padovano (a Piove di Sacco) e studiò teologia ed eloquenza, coltivando la poesia e insegnando in varie località della Repubblica Serenissima; nominato pubblico revisore per le stampe dai Riformatori dello Studio di Padova, esercitando questa carica acquisì competenze redazionali ed organizzative che gli furono molto utili durante gli anni della «Minerva»; quest’ultima cessò con la morte di Rebellini. Il secondo era un celebre d... continua a leggere
tag: Illuminismo, Settecento, Storia del giornalismo
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Sono passati esattamente duecentoquarant’anni dalla pubblicazione di quello che è senza dubbio uno dei libri più importanti di Jean-Paul Marat (1743-1793), The Chains of Slavery, uscito a Londra – anonimo e a spese dell’Autore – nel maggio del 1774, durante la campagna elettorale per la Camera dei Comuni. Nel corso del decennio precedente, egli ha per lunghi periodi risieduto e lavorato come medico nella capitale britannica, dove è stato un assiduo frequentatore di clubs politici, maturando posizioni di stampo «democratico». Ora confida con questo scritto di risvegliare il sentimento del dovere civico del popolo inglese.
L’opera, che ha richiesto innumerevoli letture preliminari e ha avuto una non breve gestazione, è caratterizzata da evidenti influssi rousseauiani (ma qua e là s’intravede anche la lezione di Montesquieu) ed è volta tanto a denunciare le tendenze «dispotiche» (termine, in codesta sede, da intendersi come sinonimo di «tirannic... continua a leggere
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A poco più di duecentotrent’anni dalla prematura morte di Agostino Paradisi iunior e a duecentocinquanta esatti dalla pubblicazione dei primi due volumi della Scelta di alcune eccellenti tragedie francesi tradotte in verso sciolto, opera nell’àmbito della quale egli fa la “parte del leone” e che raccoglie versioni destinate ad avere un ruolo non marginale sia nella maturazione della nostra lingua poetica e teatrale durante il tardo Settecento sia nello sviluppo di quel patriottismo culturale che in Italia darà frutti politici nel secolo successivo, ci è parso di qualche utilità dedicare le pagine seguenti a quest’insigne intellettuale, celebrato dai contemporanei ora come superbo versificatore “oraziano”, ora come sommo “poeta-filosofo”, ora come ispirato autore di odi sacre; conosciuto anche al di là delle Alpi per la robusta eloquenza e per le eleganti versioni dal francese all’italiano; tenace fautore del rinnovamento del gusto teatrale ed ... continua a leggere
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Nel Quattrocento e nel Cinquecento assai diffusa in Europa è un’immagine positiva della Repubblica di Venezia, della quale si celebrano in special modo – oltre all’eccezionalità del sito geografico – la stabilità dell’ordinamento, le virtù e la libertà dei cittadini, la concordia regnante all’interno della società e le ricchezze pubbliche e private provenienti in massima parte dai commerci, tutti caratteri che i trattatisti e pure i semplici osservatori fanno sempre derivare dalla natura della sua plurisecolare costituzione, che parecchi autori esplicitamente considerano mista...
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Centocinquant’anni fa Henry Sumner Maine (1822-1888) – uno dei più eminenti antropologi, sociologi e storici del diritto dell’Inghilterra vittoriana – mandò alle stampe Ancient Law (London, Murray, 1861). L’opera, senza dubbio il suo capolavoro, riscosse immediatamente un notevole successo, suscitando una serie di discussioni in certi casi non ancora sopite. Anche se più di un interprete ebbe subito a stigmatizzare la presenza nel libro di generalizzazioni un po’ ardite, da parecchie menti di quel tempo, piene di entusiasmo per la scienza, la sua uscita venne addirittura salutata come il principio di una nuova epoca nella storia del diritto; non si mancò di lodarne l’autore per aver saputo organizzare in un’unica opera un materiale vastissimo in forma compatta e intelligibile, così da «forgia[re] con un solo colpo da maestro un nuovo e durevole legame tra il diritto, la storia e l’antropologia»
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1698 Pierre-Louis Moreau de Maupertuis nasce a Saint-Malo (in Bretagna), figlio maggiore di Étienne-René, ex corsaro e ora ricco membro della locale Camera di commercio, di recente nobilitato da Luigi XIV.
1714-1716 Studia presso il collegio parigino di La Marche, frequentato sessant’anni prima da Nicolas Malebranche (1638-1715).
1717 Trascorre un periodo in Olanda. Si dedica a studi di musica e di matematica
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Consapevole che nella storia dell’Occidente non si sono mai avute epoche contraddistinte da una vera e propria opposizione tra cultura scientifica e cultura umanistica, Marco Ciardi prende anche in questo suo libro le distanze dagli studi che si muovono esclusivamente nell’ambito di rigidi settori disciplinari accademici e assume come proprio obiettivo la riconsiderazione dell’effettiva importanza culturale del sapere scientifico nell’Italia ottocentesca, dalla storiografia troppo spesso misconosciuto a favore di quello letterario. Di grande rilievo fu, in particolare, il ruolo esercitato dalla scienza nell’età del Risorgimento, allorché fornì un apporto decisivo alla formazione dei singoli individui e dell’opinione pubblica più in generale. La diffusione della cultura scientifica, infatti, costituì senza dubbio uno degli elementi che, in quella travagliata fase storica, contribuirono di più alla maturazione di una coscienza nazionale, promuovendo le ... continua a leggere
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Dopo alcuni anni trascorsi come quadro dirigente della Democrazia Cristiana, partito di cui fu anche vicesegretario, ed esauritasi da poco la fertile stagione delle «Cronache sociali», nell’estate 1952 Giuseppe Dossetti abbandonò completamente la vita politica per dedicarsi agli studi e organizzare a Bologna il Centro di documentazione, nell’ambito del quale egli desiderava si formasse una comunità di giovani ricercatori capace non soltanto di misurarsi con la grave crisi di lungo periodo del cristianesimo che traeva origine dal XVI secolo, ma anche di scorgere la direzione di un nuovo cammino in una fase storica che, secondo la sua interpretazione, stava ormai vedendo il mondo occidentale approssimarsi all’epocale fuoriuscita dall’eone della Controriforma e dello Stato moderno
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Achille Lodovisi è uno dei più profondi conoscitori della storia, della cartografia, dell’idrografia e degli ambienti culturali ed artistici dei territori di Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Bologna, nonché della Toscana settentrionale. Da diversi anni sta studiando la vita e le opere di una delle maggiori personalità italiane dell’Ottocento, l’insigne chimico, letterato e patriota Francesco Selmi; inoltre, sta partecipando all’inventariazione del ricco fondo documentario Selmi di Vignola. Lodovisi è pertanto in grado di parlarci in maniera approfondita e a tutto campo di questa interessantissima figura del nostro Risorgimento
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Nell’àmbito della sua inappellabile condanna dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese, il pensatore e diplomatico savoiardo di fede cattolica Joseph de Maistre, nato a Chambéry nel 1753 e morto a Torino nel 1821, accusa i philosophes settecenteschi – da Voltaire (1694-1778) a Condorcet (1734-1794) e da Jean-Jacques Rousseau (1711-1778) a Condillac (1715-1780) – di aver coltivato una filosofia della volontà che metteva capo ad un fare umano non più assistito da Dio e sprezzante dei legami col passato. Egli, tuttavia
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Mediante la predicazione successiva alla fuga da Firenze di Piero di Lorenzo de’ Medici (1471-1503), avvenuta il 9 novembre 1494, l’ormai popolarissimo frate domenicano Girolamo Savonarola da Ferrara (1452-1498) – priore del convento fiorentino di San Marco, vicario generale della neonata Congregazione omonima e da molti fedeli considerato «profeta»– intende orientare il cammino storico degli abitanti della città toscana verso il ritorno con purezza di cuore a Cristo e verso la costruzione di un reggimento politico che sia solido e a misura d’uomo, e che garantisca la pace, la giustizia e la prosperità
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Laureato in Lettere, master in “Cooperazione internazionale, diritti umani e politiche dell’Unione Europea”, Luigi Giorgi è membro della “Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea” e lavora presso la Camera dei deputati. Ha pubblicato nel 2003 Una vicenda politica. Giuseppe Dossetti. 1945-1956, e nel 2005 Giuseppe Dossetti e la politica estera italiana. 1945-1951, entrambi da Scriptorium (Cernusco sul Naviglio). Nel 2007 ha curato l’antologia Le «Cronache sociali» di Giuseppe Dossetti. 1947-1951. La giovane Sinistra cattolica e la rifondazione della democrazia italiana (Diabasis, Reggio Emilia), e mandato alle stampe da Scriptorium Giuseppe Dossetti. Una vicenda politica. 1943-1958 (profonda revisione, aumentata di parti inedite e di nuovi materiali, di Una vicenda politica. Giuseppe Dossetti. 1945-1956)
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Domenico Fisichella cominciò ad interessarsi precocemente agli scritti e alle concezioni di Charles Maurras (1868-1952). Sotto la guida di uno degli indiscussi maestri della filosofia del diritto in Italia, Sergio Cotta, egli decise di laurearsi in Giurisprudenza – con scelta coraggiosa – sul pensiero politico di questo autore provenzale che, all’epoca, il mondo accademico – in Italia come all’estero – tendeva a marginalizzare a causa sia delle sue idee radicali ed intransigenti, “reazionarie”, sia del suo sostegno attivo agli occupanti nazisti in Francia e alla Repubblica di Vichy durante la Seconda guerra mondiale
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L’edizione del Principe (1513) di Niccolò Machiavelli uscita nel 2006 a Buenos Aires è di particolare interesse sia per l’accuratezza e l’aderenza al testo della versione in lingua casigliana, sia per le argomentazioni svolte nei due saggi introduttivi da Antonio Hermosa Andújar, studioso spagnolo di storia del pensiero filosofico-politico
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Chi visita Worms non può mancare di fermarsi davanti all’ottocentesco Lutherdenkmal, che mostra al centro Martin Lutero e ai quattro angoli altrettanti personaggi che si vorrebbero precursori o anticipatori della Riforma: davanti a sinistra, l’italiano Girolamo Savonarola; davanti a destra, il boemo Jan Hus; dietro a sinistra, l’inglese John Wyclif ; dietro a destra, Pietro Valdo
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Paolo Prodi: A mio avviso, stiamo vivendo davvero una svolta epocale nella quale tutto il patrimonio che abbiamo ereditato dalle precedenti generazioni, e in particolare lo Stato di diritto e la democrazia, è in profonda crisi e non si intravedono ancora i lineamenti del nuovo mondo che sta nascendo tra le tempeste della globalizzazione
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In un suo volume apparso di recente, La violenza politica. Un’analisi criminologica, il sociologo Vincenzo Ruggiero prende in esame la forza autorizzata e la forza non autorizzata, ossia le due forme in cui si manifesta la violenza politica
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Lo storico del diritto Marco Cavina, che è da tempo autore di importanti contributi allo studio del singulare certamen, offre in un’opera uscita di recente un’accurata ricostruzione della fertile e plurisecolare storia del duello. Appannaggio pressoché esclusivo del ceto aristocratico e del sesso maschile, il duello rappresenta un istituto – «polimorfo per definizione» – che «storicamente fu in grado di cogliere inflessioni di enorme raffinatezza e sottigliezza, nonché di rimodulare assai variamente funzioni e struttura in differenti contesti sociali e culturali».
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Non si può dire che gli interpreti italiani, ma non solo italiani, abbiano dedicato l’attenzione che merita al rapporto fra intellettuali e socialismo nella cultura britannica del secolo scorso
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Dinanzi alla grave crisi che la politica sta vivendo nelle società contemporanee avanzate e che appare in larga misura riconducibile alla crescente incapacità del mondo occidentale a mettere in scena conflitti su progetti orientati a valori, Dimitri D’Andrea interroga i testi di Max Weber
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In occasione del 250° anniversario della morte del celebre filosofo bordolese, avvenuta nel 1755, trentaquattro studiosi – coordinati da Domenico Felice, ideatore e curatore del progetto – hanno voluto documentare la vasta diffusione e penetrazione delle idee e teorie montesquieuiane, mediante una ricostruzione delle più rilevanti interpretazioni, letture
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