Bibliomanie

Tradurre la forma, tradurre il senso. Oscar di Carol Ann Duffy
di , numero 37, settembre/dicembre 2014, Traduzioni, inediti e rari

Oggi tutti sappiamo cosa significa “tradurre”, ma chi non ha studiato latino al liceo o lingue e traduzione ed interpretariato all'università, difficilmente saprà che l'origine della parola non ha nulla a che vedere con l'idea di riscrittura linguistica a cui è legato questo termine. Infatti i termini latini utilizzati per indicare una traduzione erano vertere, convertere, interpretari, transvertere, exprimere, explicare, latine reddere, latine disserere e non, come si potrebbe pensare, traducere, che significava spostare, trasferire da un luogo all’altro (da TRANS al di là e DUCERE condurre) e non compare né nel latino antico, né in quello medievale (Sabbadini 1900: 201). Ancora nel 1300 si usava generalmente “traslatare” (rimasto poi nell’inglese “translation”) derivandolo dal participio di transferre. Il concetto moderno del tradurre nasce solo nel 1400, a causa (o grazie) ad un errore di Leonardo Bruni che nelle Noctes Atticae di Aulo Gellio u... continua a leggere

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Calcio reale e Calcio virtuale
di , numero 32, gennaio/aprile 2013, Note e Riflessioni

In questo articolo parlerò del rapporto tra lo sport - in maniera particolare il calcio - e l'universo videoludico dei vari giochi per computer, xbox, playstation e simili piattaforme digitali per l'intrattenimento, oggi diffuse in tutti i salotti quasi al pari delle televisioni. Sono bandiere della tendenza che sostituisce la realtà con un'altra realtà iperrealista dai contorni perfetti e dai colori scientificamente ideali. Lo schermo è il grande protagonista del nostro secolo. Non più quello panciuto e opaco dei primi apparecchi tv, ma quello piatto, brillante e interattivo degli ultimi modelli. Non più una scelta limitata di canali come altrettante linee guida del pensiero, ma una totale interconnessione tra i più diversi argomenti, in cui il sé si crea ogni giorno improvvisando. Come nell'architettura moderna, il pensiero si sta evolvendo, passando dalla solida, ma immobile pesantezza di un muro di cemento, alla leggera versatilità del vetro, il carbo... continua a leggere

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Truman Capote, La forma delle cose. Tutti i racconti
di , numero 29, aprile/giugno 2012, Letture e Recensioni

Ho incontrato Capote alla libreria Feltrinelli di Bologna. Guardava il reparto homevideo, appoggiato storto a uno scaffale di legno chiaro. Un omino minuto e pallido, coi capelli radi, gli occhiali tondi da ragioniere e una giacca che sembra una prefettizia nera senza la forbice di tessuto in fondo, raccolto come una goccia di pioggia scura nell'immobile provvisorietà della sua traiettoria. Mi fissava in silenzio dai suoi piccoli occhi spalancati cerchiati d'insonnia, piantati come biglie sopra le lucide guance di cera morbida. Lo prendo e me lo rigiro tra le mani, gli premo il pollice sul naso. Una mia mano è più alta di lui. Lo comprerei il libro, ma costa troppo. Abbandono Colazione da Tiffany e ripiego su un'altra copertina abbastanza triste e rabbiosa, da cui un altro Capote di carta, giovane essenziale da semplice maglietta bianca ti mette a disagio col suo sguardo da reduce malinconico. Così compro la Forma delle cose – tutti i racconti di ... continua a leggere

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Jules Vernes, Viaggio al centro della terra
di , numero 28, gennaio/marzo 2012, Letture e Recensioni

È morto Carlo Fruttero. Ho letto la notizia pochi giorni fa, un trafiletto sbrigativo su un sito internet di cui non ricordo il nome. Copertina lilla d’un vecchio libro allegato all’“Unità”, impilato sul comò. Times New Roman nero per il titolo, Viaggio al centro della Terra, bianco per l’autore, Jules Verne, e i traduttori, Carlo Fruttero e Franco Lucentini. Chi sostiene la teoria scientifica, relegata, ma non ancora totalmente esiliata nella pseudoscienza, secondo la quale tutto è interconnesso a livello atomico e basti il nostro pensiero insistente su un avvenimento a realizzarlo, potrebbe accusarmi velatamente di omicidio. Il giorno prima della mia distratta incursione nell’interlink avevo appena finito di leggere Viaggio al centro della Terra e mi ero domandato se i traduttori fossero ancora vivi, quanti anni avesse e chi fosse Fruttero. Quali che siano le cause, sembra giusto onorare e sfruttare il caso che ha teso un filo ideale tra sporadic... continua a leggere

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Luis Sepùlveda Il mondo alla fine del mondo
di , numero 27, ottobre/dicembre 2011, Letture e Recensioni

Ho iniziato a leggere Il mondo alla fine del mondo. L’ho trovato per caso in cantina. È venuto fuori da un vecchio scatolone ingiallito color sabbia. È sottile, non avrà più di cento pagine, penso, e posso leggerlo in due giorni, tre. Soffio via la sottile patina di polvere che si solleva seguendo la zigrinatura. Sulla copertina c’è un porto con le barche in secca, coperte da teloni diafani come sudari. Un uomo nerovestito con cilindro e bastone passeggia solitario a riva, a qualche passo dalla linea di rilegatura. Tre bandiere rosse sventolano in lontananza sui pennoni. L’orizzonte è la ringhiera di un ponte tagliato da una piega. Il mare quasi non si vede, è in un angolo scuro a sinistra, immobile e piatto. Sotto il nome dell’autore c’è una piccola luna dai contorni sfocati, grande come la “o” di mondo. È inverno e la luce dei tramonti australi tinge d’azzurro la carta spessa e consumata. Le increspature spezzano le ali della ci... continua a leggere

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