Il colombo triganino modenese. Uno scorcio “in bianco e nero” sul campanile del Duomo
Come vecchio mozzicone di candela, spento e dimenticato da lustri su un candelabro annerito, la cui unica speranza è riposta in una mano curiosa, disposta a riaccenderlo, a riportarlo “all’onor del mondo” onde perpetuarne il senso – ormai desueto, forse, ma poetico, poetico tout court –, il trattato di Clemente Polacci (Reggio Emilia α 31 maggio 1868, ω 18 marzo 1945) intitolato Il colombo triganino modenese (Modena, 1978) permane oramai quasi inerte nella sua metastorica analiticità, propria di quei passatempi “in bianco e nero” tipici dell’alta borghesia e della nobiltà reggiane e modenesi d’antan. Clemente Polacci, di professione “segretario della Regia Deputazione Provinciale di Reggio Emilia”, consacrò molta parte della vita allo studio e all’allevamento dell’uccello in discorso. Invero, alle giuste ragioni di questo volatile, singolare quanto rilevante, donò con fervida passione ticchettanti ore fra gabbie e carte. Né mai mancava, nelle tavole illustrative dei colombi, il suo occhio esigente e meticoloso, che supervisionava sistematicamente la pur egregia ... continua a leggere
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