Bibliomanie

La serie musicale del se una notte d’inverno un viaggiatore: un dialogo meta-mediale tra il principio combinatorio calviniano e il serialismo integrale di Pierre Boulez
di , numero 57, giugno 2024, Didactica

La serie musicale del <em>se una notte d’inverno un viaggiatore</em>: un dialogo meta-mediale tra il principio combinatorio calviniano e il serialismo integrale di Pierre Boulez

Il presente contributo, seguendo i suggerimenti e le sollecitazioni innescate dagli studi relativi alla contaminazione strutturale tra musica e romanzo, si propone di analizzare il romanzo calviniano Se una notte d’inverno un viaggiatore in relazione e confronto con i principi della composizione seriale, riferendosi in particolare al serialismo integrale proposto da Pierre Boulez. Per quanto possibile, in conformità con l’assunto della specificità di ciascun media e linguaggio artistico, gli elementi e le tecniche di composizione utilizzati da Italo Calvino nella scrittura di questo romanzo “in serie”, verranno accostati in dialogo metaforico ai criteri di estetica e tecnica musicale della musica seriale. La ricerca si focalizzerà sugli scritti teorico-tecnici e le considerazioni prodotte da Boulez durante e successivamente l’esperienza ai Ferienkurse di Darmstadt. Dopo aver presentato le ragioni teoriche e le ricadute strutturali a livello dei piani narrativi del modello combinatorio dell’ultima scrittura di Calvino (inaugurata con il discorso preparato in occasione del ciclo di conferenze tenut... continua a leggere

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La polifonia e le forme poetico-musicali nei mottetti montaliani
di , numero 57, giugno 2024, Didactica

La polifonia e le forme poetico-musicali nei <em>mottetti</em> montaliani

1. Introduzione L’obiettivo di questa ricerca consiste nel comprendere se la sezione Mottetti all’interno del secondo libro montaliano possa celare un legame concreto con l’omonima forma musicale, e se tale rapporto possa svolgere una funzione semantica nel contesto non solo di singole liriche, ma anche dell’insieme dei componimenti di questa parte della raccolta. Sebbene Montale sia legato in particolar modo al teatro d’opera, tale ipotesi non sembra del tutto priva di realtà se si considera la dimestichezza che l’autore poté vantare con la musica, dapprima come (quasi) esordiente baritono e in seguito quale critico musicale per il “Corriere della Sera”. Inoltre, senza ricordare qui che le prime prove poetiche di Montale sono proiettate verso un orizzonte musicale, è stato rimarcato come la presenza della musica si avverta anche nell’andamento sinfonico delle Occasioni e in precedenza già di Ossi di seppia. Si procederà pertanto a un’analisi specifica di vari mottetti, in primis di quelli in cui sembra di poter ravvisare la duplice linea melodica che carat... continua a leggere

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Da ecfrasi a personificazione: la musica in Alberto Savinio e Giorgio Vigolo
di , numero 57, giugno 2024, Didactica

Da ecfrasi a personificazione: la musica in Alberto Savinio e Giorgio Vigolo

Si apre il sipario, la musica comincia, attrice della rappresentazione; anzi, protagonista, nonché regista e sceneggiatrice. Essa rapisce e travolge, è una forza incontenibile, che possiede e investe chi la ascolta; non è possibile addomesticarla, né provare a contenerla. Non è azzardato definire la musica come il grande tema che emerge nelle opere di critica musicale di Alberto Savinio e Giorgio Vigolo, i quali, tra passione, paura e ammirazione nei confronti di essa, l’hanno esaltata, descritta e indagata. Con esperienze, formazioni e punti di vista diversi, entrambi hanno scelto in particolare la musica come oggetto della loro produzione, anche se spesso le loro impressioni su di essa divergono radicalmente. Entrambi restano convinti che non sia possibile giungere a una definizione essenzialistica di un’arte in movimento continuo come la musica, chiamata infatti da Savinio «l’Arte Non Mai Conoscibile»: La sola definizione che si addica alla musica è la Non Mai Conoscibile. E non senza ragione. La non conoscibilità della musica è la ragione della su... continua a leggere

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Considerazioni sul tema musicale nei romanzi sveviani
di , numero 57, giugno 2024, Didactica

Considerazioni sul tema musicale nei romanzi sveviani

1. Introduzione. La musica è protagonista nell’opera e nella vita di Italo Svevo: lo stesso Svevo è un musicista dilettante e al suo violino dedica molte pagine affettuose e ironiche. Nei romanzi risuona la musica, in una fitta trama di riferimenti alla musica operistica, alla musica da camera, alle canzoni popolari e alle romanze da salotto. Alcuni capitoli dei romanzi sveviani offrono elementi per esplorare il carattere di un personaggio: la musica spesso arriva dove non arrivano le parole, e viene percepita come un evento che lascia una traccia significativa. Più volte è la musica, il linguaggio universale, a creare piattaforme di contatto tra i personaggi; è il tema della musica ad affiorare in modo preponderante soprattutto nella loro caratterizzazione, nei loro rapporti e nel loro destino; ed è, infine, una certa relazione con la musica a contraddistinguere la figura femminile sveviana nei suoi tratti più profondi. L’intento di queste pagine è analizzare, rispettando l’ordine di composizione dei romanzi, i modi e le forme con le quali lo scrittore racconta i primi avvicinamenti dei protagonisti ai... continua a leggere

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Gli usi analogici e metaforici della musica nella produzione narrativa di Alberto Savino
di , numero 57, giugno 2024, Didactica

Gli usi analogici e metaforici della musica nella produzione narrativa di Alberto Savino

«Che il pensiero della musica non abbia mai abbandonato Savinio risulta, con tutta evidenza dalla frequenza e dai modi con cui essa si palesa nella sua opera letteraria.» Sulle orme di questa intuizione di Mila De Santis, leggendo le opere di Alberto Savinio con il filtro della musica, si rende evidente che per Savinio essa rappresenti un mezzo per potenziare la sua narrativa. Alberto Savinio (1891 - 1952) enfant prodige del pianoforte, formatosi come musicista in Grecia e poi a Monaco - «non è un compositore che si confronta con la letteratura e neppure uno scrittore che si diletta di musica: è piuttosto, come è risaputo, un artista dai molti, diversi, interconnessi linguaggi, che con la musica intrattenne tuttavia un rapporto complesso, fatto di attrazione e di repulsione, di amore e disillusione.» Egli stesso, in una illuminante testimonianza che si legge nel catalogo della galleria Levi di Milano, autodichiara la sua continua disponibilità a molte arti - musica, letteratura, pittura - e a molte attitudini mentali, molti interconnessi linguaggi. «Io ho chiara... continua a leggere

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Dai fiordi scandinavi alle selve boeme: Nation building attraverso la musica
di , numero 52, dicembre 2021, Note e Riflessioni

Dai fiordi scandinavi alle selve boeme: <em>Nation building</em> attraverso la musica

“Ora siamo tre fratelli uniti/ e così deve restare!”. Fratelli un po’ coltelli erano stati a lungo i tre Stati scandinavi: Danimarca, Svezia e Norvegia, legati da affinità linguistiche e religiose ma divisi da faide dinastiche, interessi economici e alleanze internazionali. Nel 1868, quando il futuro premio Nobel Bjørnstjerne Bjørnson incluse quel distico beneaugurante nell’inno nazionale norvegese Ja, vi elsker dette landet (Sì, noi amiamo questo paese), le note esistevano già da quattro anni; le aveva composte, in severo stile di corale luterano, suo cugino Rikard Nordraak. Per il giovane Rikard, ardente patriota norvegese, la costruzione di un’identità nazionale passava anche dall’acculturazione del patrimonio musicale popolare in risposta alla soffocante egemonia di sinfonismo e camerismo tedesco, melodramma italiano e grand opéra francese: ideale romantico allora declinato in vari accenti dalla Spagna alla Mitteleuropa e dai Balcani alla Russia. Prima di morire ventiquattrenne in un sanatorio di quella Berlino dove aveva affinato la propria tecnica musicale, Nordraak riuscì a ... continua a leggere

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La “nuova melodia”: il fenomeno della musica neomelodica negli anni Ottanta
di , numero 50, dicembre 2020, Saggi e Studi

La “nuova melodia”: il fenomeno della musica neomelodica negli anni Ottanta

La canzone è una forma di comunicazione che riflette e influenza il contesto sociale nel quale viene prodotta, può contribuire alla formazione di identità individuali e collettive talvolta in contrapposizione; produce consapevolezza, appartenenza, socializzazione e meccanismi profondi di identificazione. Per lungo tempo una certa tipologia di musica non è stata considerata dagli storici, soprattutto quella popolare ha scontato pregiudizi dovuti alla natura della fonte, ma non sono mancate eccezioni. Oggi è più chiara la necessità di lavorare sulla musica per l’importanza che riveste nella vita delle persone e nella costruzione dell’identità individuale e collettiva. Il senso comune storico, che la forma canzone può determinare in una comunità e il suo uso come mezzo d’identificazione sociale, è riscontrabile nella musica neomelodica. La sovrapposizione di piani semantici diversi, l’analisi dei testi, della musica e dell’ambiente in cui il genere si sviluppa, restituisce il quadro di un periodo storico e i cambiamenti sociali che influenzano anche la produzione artistica. Il genere... continua a leggere

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Nobody and Soul. Polifonie sonore nei romanzi degli anni ‘80
di , numero 50, dicembre 2020, Saggi e Studi

<em>Nobody and Soul</em>. Polifonie sonore nei romanzi degli anni ‘80

Chi argomenta procedendo per suggestioni afferma che gli anni ’80, per gli appassionati di musica, iniziano con l’omicidio di John Lennon da parte del venticinquenne Mark David Chapman, un suo fan, che gli spara davanti al Dakota Building (New York), dove Lennon risiede assieme alla moglie Yoko Ono, l’8 dicembre dell’anno Zero del decennio. Si può dire, «ecco il devoto fanatico che uccide il suo idolo», e proseguire su questa via, ma si può anche leggerlo, quest’omicidio, in termini di pensieri e parole, di punti di vista reali, quelli dell’assassino e della vittima che si confrontano in uno spazio pubblico già “global” come New York. Il morto, John Lennon, da ex Beatle, ha scritto con Yoko Ono Imagine e Happy Xmas (War Is Over): entrambe nel 1971, sono rispettivamente una ballad e un folk morbidi, semplici e rotondi come la Colomba della pace di Picasso (1949) e facili, fra il resto, da cantare in coro. Il linguaggio delle due canzoni è tutto al “noi”, identifica il mondo in termini collettivi: l’umanità è sempre comunità, tanto nell’utopia futura q... continua a leggere

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