In ricordo di Mauro Conti allievo e amico carissimo
Se sappiamo osservare con attenzione il recente passato non possiamo non percepire con nitidezza che il grande dibattito sulla modernità in Italia nel secondo Novecento ha toccato le sue punte più alte e significative nel dialogo fertile e polemico, via via, di Vittorini, Calvino, Moravia, Pasolini. Ma anche, seppure in modalità altre, fra poeti come Luzi, Bigongiari, Gatto, Montale, Giudici, Caproni. Come a dire che, per la peculiarità stessa della nostra tradizione, adusa, tra tardo Medioevo e Umanesimo, a dislocare il proprio fuoco ermeneutico e speculativo nella letteratura, tra scrittori e letterati, anche nel Novecento, in Italia, si è condensata una riflessione di fondamentale rilievo, ovvero quella che pertiene al "passaggio" verso il Terzo Millennio (e in questa ottica due raccolte saggistiche di Calvino, Una pietra sopra e Lezioni americane, rappresentano proprio per un verso il bilancio di quella combattuta stagi... continua a leggere
tag: mario luzi, pasolini, umanesimo
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Per me raccontare di Pasolini è sempre una sfida che mi provoca costantemente. Forse non si riuscirà a definire mai nulla di questo autore e del resto non si può delimitare chi era eretico e corsaro allo stesso tempo. Ho scelto di partire dal verso «tremando di intelletto e di passione» della poesia intitolata “La Crocifissione”, tratta dalla raccolta Versi dal paese dell’anima. Intelletto e passione sono due parole chiave dell’immaginario pasoliniano in un accostamento ossimorico estremamente significativo, rafforzato dal verbo tremare di derivazione dantesca:
« […] tremando disse queste parole: «Ecce Deus fortior me, qui veniens dominabitur michi!», parole della Vita nuova, quando «lo spirito della vita, lo quale dimora nella secretissima camera del cuore, cominciò a tremare sì fortemente che apparia nelli menimi polsi orribilmente.»
Il tema della poesia è quello della crocifissione che risulta un po’ il fil rouge anche della produzione cinematografica ... continua a leggere
tag: cinema, pasolini, poesia
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In poesia tutto è traducibile. Una riflessione sulla poesia di Pasolini può forse partire da questa considerazione, e porre il problema del passaggio da lingua a lingua quale tema fondante della riflessione sul linguaggio e sulla possibilità etica e storica che l’appropriarsi di una lingua poetica dischiude. Tale asserzione non è mero rovesciamento: appare invece necessità di approccio, se si pensa che l’autore di Poesie a Casarsa scrive «non siamo più a un cromatismo dialettale, ma siamo ancora in un ambito di fisicità, ossia di intraducibilità»
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tag: pasolini
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«Io sono stanco di essere così intoccabilmente eccezione, ex lege: va bene, la mia libertà l’ho trovata so qual è e dov’è; lo so, si può dire, dall’età di quindici anni, ma anche prima… Nello sviluppo del mio individuo, della diversità, sono stato precocissimo; e non mi è successo, come a Gide, di gridare d’un tratto “Sono diverso dagli altri” con angosce inaspettate; io l’ho sempre saputo».
Così si esprime il giovane Pier Paolo Pasolini nei primi anni del Secondo dopoguerra. Nonostante una dichiarazione così assoluta tante volte prima e dopo di essa Pasolini scopre quanto il suo cammino esistenziale sia complesso. In ogni caso al momento in cui scrive egli sa di essere fuori dalla legge e la cosa non sembra turbarlo, si vanta della propria precocità, scomoda persino Gide per dichiarare il suo stato di libertà. Pasolini già poeta affermato, consapevole del suo talento e avviato a un futuro brillante, non immagina che di lì a poco la sua omosessualità diviene di pubblico dominio.
Quando il 2 novembre 1975 è ucciso... continua a leggere
tag: cinema, omosessualità, pasolini
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La morte di Pasolini avvenne durante la notte del primo novembre del 1975. La stessa notte viene arrestato il giovane diciassettenne Pino Pelosi detto “la Rana”. Il ragazzo, interrogato il 5 novembre dal giudice Carlo Alfredo Moro, fratello del deputato Dc Aldo, rilascia quella che sarà la versione dei fatti ufficiale fino alla completa ritrattazione avvenuta solo nel 2005. Abbordato dallo scrittore, Pelosi viene portato prima a cena al ristorante “Il Pommidoro”, nel quartiere di san Lorenzo, a Roma, poi all’idroscalo di Ostia dove, rifiutando di compiere delle prestazioni sessuali cerca di fuggire. Aggredito da Pasolini, sceso anch’esso dall’auto, Pelosi intraprende una colluttazione alla fine della quale, riuscendo a raggiungere l’auto di Pasolini, ne investe il possessore prima andando in retromarcia e poi scappando definitivamente. Lo scrittore sarebbe dunque morto, non per i colpi ricevuti durante la colluttazione, bensì per lo scoppio del cuore causato dallo schiacciamento del torace nel momento in cui Pelosi gli passava sopra con la sua stess... continua a leggere
tag: pasolini, Petrolio
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1. Ragioni di un teatro
La vulgata critica e biografica, alimentata artificiosamente dallo stesso Pasolini e sancita in sede critica dalla nota di Aurelio Roncaglia alla prima edizione garzantiana postuma del teatro di Pasolini, vuole che l’esperienza drammaturgica sia sorta essenzialmente da una lettura dei dialoghi platonici durante una convalescenza che lo costrinse al riposo forzato nel 1966; certamente questa impostazione va smentita per le prove che segnano l’intera carriera letteraria di Pasolini, dal giovanile dramma La sua gloria al tardo Teorema nato per la scena e convertito in film. Nondimeno se vi è una così ferma intenzione nell’autore di stabilire un processo di filiazione diretta tra la sua opera drammatica e i testi platonici ritengo sia opportuno interrogarsi sulla specificità di questo rapporto.
Il tema della grecità, grecità come condizione politica e non solo geografica, come particolare congiuntura di forze e strutture sociali che si esprimono esteticamente nella tragedia è in qualche modo già latente nel pensiero pasoliniano, dai tempi del Dopoguerra e de... continua a leggere
tag: pasolini, teatro
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