Il colera e la paura
Il colera asiatico, o cholera morbus, ha interessato il territorio italiano a macchia di leopardo in ben otto occasioni: nel 1835-1837, nel 1849 (quando in Ode a Venezia Arnaldo Fusinato compose i celebri versi: «Ehi, dalla gondola, qual novità?/ Il morbo infuria, il pan ci manca, / sul ponte sventola bandiera bianca») e, a seguire, nel 1854- 1855, nel 1865-1867, nel 1873, nel 1884-1887, nel 1893 e nel 1910-1911. Per un totale (stimato) di 705.000 decessi. «Per secoli, nell’Occidente cristiano, l’antica nozione di una malattia/destino fece tutt’uno con la concezione religiosa del male; la volontà divina è padrona del destino dell’uomo. Dio gli manda la malattia per i suoi peccati. perché è per natura peccatore: essa è avvertimento e punizione». Da qui la convinzione che «i principali mali non vogliono essere curati, onde non molestare la natura», cioè la “volontà divina”, un paradigma che sarà ribadito con particolare enfasi dalla Chiesa soprattutto in occasione delle epidemie (peste, tifo, colera) almeno fino alla spagnola del 1918... continua a leggere
tag: diffidenza, epidemia, morte, paura, religiosità, sepoltura
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