Per i Conti Suzzari, fra nobiltà e memoria
Grazie al nitido, cristallino riflesso di uno spavaldo raggio di sole che, galante e inarrendevole corteggiatore, bacia la mano del Po, ove prende il nome di Zara, si rivela timidamente unpaesino che par quasi estraneo alla caducità connaturata all'humana condicio; beffandosi inconsapevole della falce del tempo, che corre e scorre come le acque del suo fiume, ègiunto ai giorni nostri col nome di Suzzara. È questa un’isola di antichi natali, tanto da dar nome a una delle più antiche famiglie patrizie di "Reggio dell'Emilia": i Suzzari. Fra le centinaia di case nobili annoverate nello scorrere dei secoli che hanno seguito il Duecento, lo stemma dei Suzzari può dirsi l’unico superstite di quasi novecento anni di storia, insieme con quello della famiglia dei marchesi Tacoli che, contrariamente ai Suzzari, ètuttora vivente. Trattasi diuno scudo troncato, innestato e merlato di cinque pezzi; due d’oro e tre di rosso. Benché il panorama della Nobiltà Reggiana fosse vasto e articolato, prima dell'Ottocento non risultano esservi studi di carattere privato o pubblico che illustrino adeguatamente l’argomento. Non vanno obliate, a ogni modo, le brevi note apparse su pubblicazioni varie e dettate anche da autori di qualche fama come Prospero Fantuzzi, Giuseppe Turri, Vittorio Spreti, Carlo Melloni, Prospero Ferrari, Emilio Nasalli Rocca di Corneliano, Antonio C... continua a leggere
tag: Reggio Emilia, storia, Suzzari
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